Alle ore 12:45 si è concluso un complesso intervento di soccorso speleologico, orchestrato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), all’Abisso Paperino, un’affascinante e impegnativa grotta situata sulla Colla Termini, nel territorio comunale di Ormea, provincia di Cuneo.
L’episodio, che ha visto protagonista un esperto speleologo, ha messo a dura prova le capacità operative e la preparazione di un team multidisciplinare di specialisti.
L’emergenza si è manifestata intorno alle 12:00 di domenica, a soli trenta minuti dall’inizio dell’esplorazione del sistema carsico da parte del gruppo.
La dinamica dell’incidente ha visto la vittima, impegnata in attività di rilevamento a circa quaranta metri di profondità, investita da una frana improvvisa, innescata probabilmente da un’instabilità geologica interna alla grotta.
La caduta di una massa rocciosa ha causato lesioni significative, richiedendo un intervento tempestivo e altamente specializzato.
Il CNSAS ha mobilitato immediatamente le proprie risorse, raggiungendo l’imboccatura della cavità, posta a 1870 metri di altitudine, e procedendo all’accesso in ambiente sotterraneo nel primo pomeriggio.
La complessità dell’intervento è stata amplificata dalle caratteristiche intrinseche dell’Abisso Paperino: un sistema carsico articolato, caratterizzato da profonde depressioni, strettoie impervie e pozzi verticali.
La gestione di un incidente in tali condizioni esige una profonda conoscenza della speleologia, una solida preparazione tecnica e una perfetta coordinazione delle operazioni.
L’estrazione del ferito si è rivelata particolarmente impegnativa, richiedendo complesse manovre di disostruzione in diversi punti del percorso.
Per consentire il passaggio, i tecnici del CNSAS hanno dovuto ricorrere a microcariche esplosive, utilizzate con estrema cautela per allargare tre punti di strozzatura che impedivano l’accesso.
L’immobilizzazione del ferito con un dispositivo KED, essenziale per la protezione della colonna vertebrale in spazi ristretti, ha rappresentato un ulteriore elemento di complessità logistica e operativa.
Al punto dell’incidente è stata allestita un’unità di supporto avanzata, comprensiva di una tenda riscaldata e climatizzata, dove i due sanitari del CNSAS, specializzati in medicina d’urgenza in ambiente ipogeo, hanno stabilizzato e monitorato costantemente le condizioni del ferito, che ha riportato un trauma cranico.
Durante l’intero soccorso, una linea telefonica via cavo ha garantito una comunicazione continua con il campo base, cruciale per la gestione delle operazioni e il coordinamento delle risorse.
Il trasporto del ferito verso l’uscita ha comportato la superamento di due impegnativi pozzi verticali, entrambi di circa quindici metri di profondità, un intricato labirinto di meandri stretti e una sezione particolarmente complessa, aggravando ulteriormente la difficoltà dell’operazione.
Il successo dell’intervento è stato il risultato del lavoro sinergico e coordinato di oltre cinquanta tecnici provenienti dalle delegazioni speleologiche del CNSAS di Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, testimonianza dell’impegno e della professionalità del corpo nazionale.
Una volta portato in superficie, lo speleologo è stato sottoposto a una nuova valutazione medica da parte dei sanitari del CNSAS e successivamente trasportato in ospedale tramite l’elicottero del Servizio Regionale di Elisoccorso di Azienda Zero Piemonte, garantendo un rapido trasferimento in ambiente ospedaliero per ulteriori cure.
L’episodio sottolinea l’importanza della preparazione, delle tecniche di sicurezza e dell’equipaggiamento specializzato nell’esplorazione di ambienti carsici complessi e potenzialmente pericolosi.