Durante un regolare servizio di vigilanza delle acque interne del Lago Maggiore, un equipaggio della squadra nautica della Questura del Verbano-Cusio-Ossola è intervenuto in soccorso di un’imbarcazione in difficoltà.
A bordo, tre giovani donne, di cui una ventenne e due minorenni di sedici anni, si trovavano in una situazione di apparente vulnerabilità.
La dinamica che ha portato al bisogno di soccorso si è manifestata con la segnalazione, da parte della giovane donna alla guida, di una progressiva perdita di controllo del natante.
La situazione, inizialmente percepita come un problema tecnico, si è presto rivelata più complessa.
L’atteggiamento delle ragazze, in particolare il tentativo di attirare l’attenzione dell’equipaggio di polizia, suggeriva una condizione di disagio che andava oltre la semplice difficoltà di navigazione.
L’iniziale richiesta d’aiuto, formulata dalla ventenne, rivelava una perdita di controllo non solo del mezzo di trasporto, ma forse anche di una più ampia percezione della sicurezza e dell’ambiente circostante.
L’intervento della polizia nautica, in questo contesto, non si è limitato alla mera assistenza tecnica, ma ha assunto una valenza di salvaguardia del benessere psicologico delle giovani donne.
La necessità di “tranquillizzare” la conducente e le minorenni a bordo suggerisce un’emergenza emotiva latente, che meritava un approccio empatico e attento.
La procedura di messa in sicurezza del natante, culminata con il traino verso la boa di un cantiere nautico a Pallanza, ha permesso di interrompere la pericolosa situazione e garantire la protezione delle ragazze.
L’episodio solleva interrogativi importanti sulla sicurezza delle acque interne, non solo in termini di idoneità delle imbarcazioni e competenza dei conducenti, ma anche per quanto riguarda la prevenzione di situazioni di disagio psicologico che possano compromettere la sicurezza di chi naviga.
La presenza delle forze dell’ordine, in questo frangente, si è rivelata fondamentale non solo per il recupero fisico, ma anche per la potenziale attivazione di ulteriori interventi di supporto e tutela, finalizzati a garantire il benessere delle giovani donne coinvolte.
L’evento, pur nella sua brevità, offre spunti di riflessione sull’importanza di un approccio integrato alla sicurezza lacustre, che tenga conto sia degli aspetti tecnici che di quelli umani.