L’arteria stradale statale 29 del Colle di Cadibona, cruciale collegamento tra la costa savonese e l’hinterland torinese, ha subito interruzioni significative alla circolazione a causa dell’emergenza idrogeologica che ha colpito la Liguria.
Le precipitazioni intense, concentrate in breve tempo e intensificate dall’allerta arancione per temporali diramata dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpal), hanno innescato fenomeni di allagamento e smottamento che hanno compromesso la sicurezza del tratto stradale.
In particolare, la chiusura temporanea in direzione Savona-Torino, nel territorio di Piana Crixia, è diretta conseguenza del superamento delle capacità di deflusione del corso d’acqua locale, con conseguente inondazione della carreggiata.
Tale scenario evidenzia una vulnerabilità infrastrutturale legata alla gestione delle acque meteoriche, un tema sempre più pressante in un contesto di cambiamenti climatici che accentuano l’intensità e la frequenza degli eventi estremi.
Parallelamente, un’altra sezione della SS29, la variante di Carcare e Collina Vispa nei pressi di Cairo Montenotte, è stata resa impraticabile a seguito di un movimento franoso.
Questo evento, purtroppo non isolato nella zona, riflette la fragilità geologica del territorio savonese, esposto a rischi idrogeologici e alla progressiva erosione del versante a causa di piogge intense e della perdita di vegetazione protettiva.
Le squadre di Anas, coadiuvate dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco, sono attivamente impegnate nella valutazione dei danni e nelle operazioni di pulizia e messa in sicurezza del territorio.
La riapertura del tratto stradale, tuttavia, dipende dalla complessità degli interventi necessari, che vanno dalla rimozione dei detriti alla stabilizzazione del versante franoso, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza per gli utenti.
La situazione attuale pone l’attenzione sulla necessità di implementare strategie di gestione del territorio più efficaci, che includano un monitoraggio costante dei fenomeni naturali, investimenti in infrastrutture di prevenzione e mitigazione dei rischi, e una pianificazione urbanistica più attenta alla sostenibilità ambientale e alla protezione del territorio.
La resilienza delle comunità locali dipende anche dalla capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici e di ridurre la vulnerabilità delle infrastrutture critiche come la rete stradale del Colle di Cadibona.