Staffetta per la Pace: Monferrato UNESCO, un messaggio di speranza.

Il paesaggio collinare del Monferrato, patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO, ha fatto da cornice alla Staffetta per la Pace, un’iniziativa profondamente significativa promossa congiuntamente dai Club UNESCO di Vignale e Torino.

Questo evento non è una competizione sportiva, bensì un percorso simbolico, un viaggio attraverso nove comuni – Camagna, Ozzano, Sala, Ottiglio, Rosignano, Cella Monte, Olivola, Frassinello, Vignale e Casale – che compongono il cuore pulsante del Monferrato UNESCO.
La Staffetta per la Pace trascende la mera geografia, incarnando un impegno concreto per il dialogo interculturale e la convivenza pacifica.

Ogni tappa è un’occasione per raccogliere pensieri, riflessioni e speranze che, come semi di cambiamento, saranno poi veicolati al Campus ONU di Torino, in una cerimonia speciale prevista per il 23 febbraio 2026.
Alberto Maffiotti, presidente del Club UNESCO Vignale, sottolinea con forza come questo messaggio, radicato nel terroir monferrino, ambisca a raggiungere le coscienze di coloro che detengono il potere di influenzare il destino dei popoli, auspicando una risoluzione dei conflitti che affliggono il mondo, sia nelle aree vicine che in quelle più distanti.
Non si tratta solo di un’affermazione etica, ma di un appello all’azione, una chiamata a responsabilizzare gli attori globali.

Un elemento particolarmente innovativo e suggestivo, proposto dal comune di Rosignano, lega l’iniziativa al recente riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’idea è di promuovere la creazione di comunità attorno a una ricetta semplice, amata e condivisa, come alternativa metaforica alla parola “guerra”.
La tavola, in questo contesto, diventa un luogo di incontro, un catalizzatore di emozioni positive e un terreno fertile per la comprensione reciproca.
Si propone un cambio di paradigma, sostituendo la retorica bellica con la gioia del condividere un piatto.
Il sindaco Cesare Chiesa articola il concetto con eloquenza: il gesto di condividere un pasto, anche per un solo giorno, rappresenta un potente atto di speranza.

Il cibo non è solo nutrimento fisico, ma un veicolo di storie, tradizioni, amore e, soprattutto, solidarietà.

È un’espressione tangibile di accettazione, comprensione e rispetto per l’altro.

L’augurio, espresso con un’immagine incisiva, è che la pace abbia sempre più gusto, perché intrinsecamente connessa alla condivisione e all’umanità.

L’iniziativa si configura, dunque, come un invito a coltivare un futuro più pacifico, un boccone alla volta.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap