La Strada Statale 335 del Val di Susa, arteria vitale per la comunità montana e crocevia di flussi turistici verso Bardonecchia, riapre al traffico dopo un’interruzione di quasi un mese.
La decisione, comunicata da Anas, segna un passo importante nel percorso di ricostruzione e ripristino delle normali dinamiche sociali ed economiche della Valle, duramente colpite dall’evento catastrofico del 30 giugno.
L’alluvione, innescata dall’imponente esondazione del fiume Dora Riparia e del rio Frejus, ha lasciato un segno profondo nel territorio.
L’acqua, in preda a un’impeto inaudito, ha travolto abitazioni, infrastrutture e attività produttive, causando un decesso e ingenti danni materiali.
L’episodio, intensificato da fattori quali cambiamenti climatici e criticità strutturali nella gestione del rischio idrogeologico, ha messo in luce la vulnerabilità di aree montane come quella del Val di Susa, spesso esposte a fenomeni estremi.
La riapertura della SS335 non è solo un sollievo per gli spostamenti quotidiani, ma simboleggia una ripresa, seppur graduale, di una regione che ha subito un trauma profondo.
Il lavoro di Anas, coadiuvato da tecnici specializzati e macchinari pesanti, si è concentrato sulla rimozione dei detriti, sul consolidamento del versante e sulla verifica della stabilità della sede stradale.
Le operazioni, complesse e delicate, hanno richiesto un impegno straordinario per garantire la sicurezza dei lavoratori e la minimizzazione dei disagi per la popolazione.
Tuttavia, la riapertura della strada non segna la fine del percorso di recupero.
Restano aperte questioni cruciali relative alla prevenzione del rischio idrogeologico, all’adeguamento delle infrastrutture e alla necessità di interventi di riqualificazione del territorio.
L’alluvione ha evidenziato la fragilità di un modello di sviluppo spesso sbilanciato verso un’occupazione stagionale e una gestione del territorio che non tiene conto della sua intrinseca vulnerabilità.
La tragedia ha stimolato un dibattito pubblico sulla necessità di una pianificazione territoriale più attenta e sostenibile, capace di conciliare le esigenze di sviluppo economico con la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della vita umana.
La ricostruzione non deve limitarsi a ripristinare lo status quo ante, ma deve rappresentare un’opportunità per ripensare il futuro della Valle di Susa, rendendola più resiliente e capace di affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dai fenomeni estremi.
La riapertura della SS335 è dunque un primo, importante passo verso un futuro più sicuro e sostenibile per la comunità montana.