sabato 4 Ottobre 2025
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Torino

Torino chiede: Liberate Abderrahmane Amajou, attivista e simbolo di impegno civile.

La comunità torinese, profondamente preoccupata, esprime con forza la propria richiesta di immediata liberazione di Abderrahmane Amajou, figura di spicco nel panorama associativo e attivista per i diritti umani.

La sua detenzione, avvenuta nel contesto della spedizione umanitaria “Global Sumud Flotilla” diretta a Gaza, solleva interrogativi urgenti sui principi di diritto internazionale e sulla libertà di azione di chi si dedica alla promozione della giustizia globale.
Abderrahmane Amajou, nato e cresciuto a Torino, incarna un esempio di cittadinanza attiva e di impegno civile che ha arricchito la nostra città per anni.

La sua storia personale, intrecciata con quella delle comunità diasporiche, testimonia un percorso di costruzione di ponti culturali e di dialogo interreligioso, volto a superare le barriere dell’incomprensione e a promuovere l’inclusione sociale.

La sua fondazione, Codiasco Piemonte, ha rappresentato un laboratorio di cooperazione internazionale, favorendo lo scambio di competenze e risorse tra il Piemonte e le comunità più vulnerabili del mondo.
Il suo contributo all’interno di Slow Food, e il ruolo di vicepresidente dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, sottolineano un costante impegno verso lo sviluppo sostenibile, la tutela del patrimonio culturale e l’assistenza a chi si trova in condizioni di disagio.

La partecipazione alla “Global Sumud Flotilla” non può essere interpretata come un atto di sfida o di provocazione, ma come una manifestazione di profonda umanità e di volontà di testimoniare la sofferenza di un popolo.
La spedizione, volta a portare aiuti umanitari e a rompere l’assedio di Gaza, si pone nel solco delle iniziative di supporto alla popolazione civile palestinese, vittime di un conflitto che si protrae da troppo tempo.

La detenzione di Amajou, insieme agli altri attivisti, non solo viola i diritti fondamentali di questi individui, ma getta un’ombra sulla credibilità delle istituzioni che ne dispongono.
È necessario che le autorità israeliane garantiscano un processo equo e trasparente, nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle garanzie procedurali.

La città di Torino, orgogliosa del suo impegno e della sua visione, si stringe alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che ne riconoscono il valore umano e civico.
La sua vicenda ci ricorda l’importanza di non dimenticare le fragilità del mondo e di sostenere chi, con coraggio e determinazione, si batte per un futuro di pace, giustizia e solidarietà.
Il silenzio non è un’opzione, l’indifferenza è complice.

La liberazione di Abderrahmane Amajou è un imperativo morale e un segno tangibile di speranza per tutti coloro che aspirano a un mondo più giusto.

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