martedì 7 Ottobre 2025
12 C
Torino

Torino: Oltre Duemila in Piazza per la Palestina

Una marea umana, stimata in oltre duemila partecipanti, ha invaso Piazza Castello a Torino, esprimendo un’ondata di solidarietà palpabile verso il popolo palestinese.

L’evento, una vibrante espressione di dissenso, ha visto la commistione di bandiere palestinesi con quelle di diverse sigle sindacali – Cobas in primis – collettivi studenteschi, il Partito della Rifondazione Comunista e l’Unione Sindacale di Base, a testimonianza di una convergenza trasversale di sensibilità politiche e sociali.
Gli striscioni e gli slogan, gridati a voce alta, esprimevano richieste concrete, come il boicottaggio economico di Israele, e un’aspirazione profonda: la liberazione della Palestina, delineata con la potente affermazione “Dal fiume al mare”.

La manifestazione, inizialmente autorizzata come evento statico in risposta alle richieste delle autorità locali, si è configurata come un atto di riappropriazione del discorso pubblico.
Attraverso i microfoni, gli attivisti hanno contestato l’interpretazione dominante del 7 ottobre come punto di partenza o, peggio, come legittimazione delle successive azioni militari.

Hanno sottolineato come la popolazione palestinese sia da tempo – da ben due anni, secondo le loro stime – bersaglio di una sistematica oppressione, che essi definiscono, senza compromessi, un genocidio.

Questa percezione non emerge dal nulla, ma è radicata in un contesto storico ben più ampio: ben settantacinque anni di resistenza, di lotta per l’autodeterminazione, di esodo forzato e di privazione dei diritti fondamentali.
L’evento torinese si presenta quindi come un tassello in un mosaico globale di proteste, un grido di denuncia contro un conflitto percepito come profondamente sbilanciato, dove la voce del popolo palestinese appare soffocata e le sue sofferenze ignorate.
La richiesta di un’indagine indipendente e imparziale sui crimini di guerra commessi nella regione è un elemento centrale della loro rivendicazione, così come la denuncia del ruolo delle potenze occidentali, accusate di perpetuare lo status quo attraverso il sostegno incondizionato a Israele.
L’obiettivo non è solo esprimere solidarietà, ma anche promuovere una reale trasformazione geopolitica, basata sul rispetto del diritto internazionale e sulla piena realizzazione dei diritti umani per tutti.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -