A Torino, la giornata si è infiammata con una vibrante protesta che ha visto un centinaio di attivisti e antagonisti convergere in piazza Castello, in un confronto simbolico con la presenza del Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’evento, gli Stati Generali della Casa promossi da Forza Italia e ospitati nelle vicinanze, ha fatto da contorno a un corteo che esprimeva un profondo dissenso, intrecciando la questione abitativa con la drammatica situazione umanitaria a Gaza.
La manifestazione, annunciata con lo slogan “Blocchiamo Tajani”, ha immediatamente sottolineato un collegamento percepito come inaccettabile: un ministro che discute di politiche abitative in Italia mentre intere aree di Gaza sono ridotte in macerie, cancellando le dimore e le vite di migliaia di persone.
Lo slogan non era una semplice opposizione a una figura politica, ma una critica radicale a un sistema che, secondo i manifestanti, privilegia la retorica e gli interessi nazionali a scapito della giustizia e della dignità umana.
Lo striscione del collettivo “Cambiare Rotta” ha sintetizzato l’amara ironia della situazione: “Gaza è rasa al suolo, gli affitti sono alle stelle.
Ma quale diritto alla casa?”.
Questa formulazione incisiva ha voluto evidenziare come la precarietà abitativa che affligge anche l’Italia si accresca parallelamente alla devastazione che colpisce la Palestina, sollevando interrogativi etici fondamentali sui concetti di giustizia sociale e di diritto all’alloggio.
Un altro striscione, esposto dal movimento “Torino per Gaza”, lanciava un severo accuso: “Cacciamo i ministri del genocidio.
Blocchiamo i ministri della guerra.
Non saremo complici del genocidio”.
Questo appello diretto ai ministri del governo, con un linguaggio netto e senza compromessi, esprimeva una presa di posizione inequivocabile a sostegno del popolo palestinese e una denuncia esplicita delle politiche israeliane considerate responsabili della tragedia umanitaria in corso.
La presenza delle bandiere palestinesi, accanto a quelle del sindacato di base Cub, ha testimoniato la natura transnazionale e interclassista della protesta, unendo diverse sensibilità politiche e sociali attorno a una causa comune.
L’azione di protesta non si è limitata a una semplice espressione di dissenso, ma mirava a creare un momento di riflessione critica sulla responsabilità collettiva e sulla necessità di un cambiamento radicale nelle relazioni internazionali, ponendo al centro la difesa dei diritti umani e la giustizia sociale.
Le forze dell’ordine hanno garantito la sicurezza nell’area, creando una barriera simbolica tra la manifestazione e l’incontro promosso da Forza Italia, amplificando la tensione e sottolineando la profonda divisione di opinioni sul tema della crisi palestinese.








