sabato 4 Ottobre 2025
7.2 C
Torino

Torino, serata infuocata: scontri pro-Palestina a Porta Susa

La serata torinese si è infiammata in un’esplosione di protesta, un corteo serale pro-Palestina che ambiva a raggiungere la stazione ferroviaria, ma che si è scontrato con un dispositivo di sicurezza imponente, schierato attorno a Porta Susa.

La tensione, palpabile nell’aria densa di voci e cori, è sfociata in un’escalation di azioni e reazioni, delineando uno scenario complesso, permeato di rabbia, frustrazione e un profondo senso di ingiustizia.

L’avvicinamento al blocco poliziesco, inizialmente caratterizzato da tentativi di dialogo e simboliche manifestazioni di presenza, si è presto trasformato in un confronto diretto.

Lanci di oggetti, un misto di bottiglie e altri materiali di scarto, hanno innescato la risposta delle forze dell’ordine, con l’impiego di lacrimogeni e idranti per contenere la folla.

Il contrasto, crudo e viscerale, ha disegnato un quadro di disordine apparente, dietro al quale pulsavano motivazioni più profonde.
Un gesto emblematico, per la sua singolarità nel contesto di violenza, ha visto un carrello della spesa, carico di carta in fiamme, spinto verso le linee di polizia, immediatamente spento dall’intervento degli idranti.

Un atto che, al di là del suo significato simbolico, testimiava la disperazione e la volontà di esprimere il proprio dissenso in forme di protesta inusuali.
La protesta, pur nel suo disordine, ha evidenziato una frammentazione interna, con alcuni gruppi che, isolati, si sono concentrati su azioni più aggressive, come il lancio di sedie e bottiglie contro i carabinieri, a protezione della Prefettura.
Questa divisione, interna al movimento stesso, rendeva difficile una lettura univoca delle dinamiche in atto.

L’intensità delle proteste ha raggiunto il culmine in piazza Castello, dove un piccolo nucleo di manifestanti, con i volti coperti, ha utilizzato rifiuti recuperati dai cestini e sedie di plastica abbandonate per alimentare l’atto di sfida.

Il lancio degli oggetti, immediatamente contrastato con lacrimogeni, ha creato un’atmosfera di tensione e incertezza.
In un gesto di pacifica opposizione, due manifestanti, una con una rosa in mano e l’altra con la bandiera palestinese, si sono posizionate a braccia alzate, in un tentativo di interrompere la spirale di violenza e di offrire un’immagine di resistenza non violenta.
Un contrasto stridente con l’azione di alcuni, che rendeva ancora più complessa la comprensione delle motivazioni sottostanti alla protesta.

L’allontanamento della testa del corteo non ha placato la rabbia di alcuni, che hanno continuato a lanciare oggetti verso le forze dell’ordine, scatenando una nuova ondata di lacrimogeni.

La protesta, come un fuoco che si propaga, si è estesa anche nelle vie limitrofe, con tavoli e sedie provenienti dai portici che venivano lanciati in strada.
L’evento ha messo in luce una profonda frattura sociale, un grido di dissenso che si esprime attraverso gesti di rabbia e frustrazione, ma anche attraverso simboli di speranza e resistenza pacifica.
Un corteo serale che, ben al di là degli scontri e dei lanci di oggetti, rappresentava un’espressione complessa di dissenso e di un desiderio inespresso di giustizia.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -