L’onda di mobilitazione studentesca che investe Torino si intensifica, manifestando un profondo sostegno al popolo palestinese e alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa di resistenza pacifica e di rottura del blocco navale sulla Striscia di Gaza.
Due assemblee, punti focali di questa crescente mobilitazione, sono state annunciate e aprono una fase di azione più strutturata nel contesto universitario.
La prima, convocata per oggi pomeriggio a Palazzo Nuovo, cuore pulsante delle facoltà umanistiche, è promossa da Intifada Studentesca, un collettivo già protagonista, lo scorso anno, di iniziative di occupazione in diversi atenei e scuole della città.
La scelta di Palazzo Nuovo, luogo simbolo del sapere e della cultura, sottolinea la volontà di portare la questione palestinese al centro del dibattito accademico e di sensibilizzare la comunità universitaria.
La seconda assemblea, organizzata dal collettivo Cambiare Rotta, si svolgerà al Campus Einaudi, dove da due settimane è attivo un presidio permanente, un accampamento di tende che rappresenta un punto di aggregazione e di resistenza continua.
Questa presenza costante testimonia la determinazione degli studenti a mantenere viva l’attenzione sulla situazione in Palestina e a sostenere attivamente la lotta per la giustizia e l’autodeterminazione.
L’attuale escalation di occupazioni, accampamenti e agitazioni permanenti negli atenei torinesi, come evidenziato da Cambiare Rotta, è una risposta diretta allo sciopero generale e alle imponenti mobilitazioni precedenti.
Il blocco temporaneo del Campus Einaudi, episodio significativo di questo movimento, ha dimostrato la capacità degli studenti di paralizzare le attività universitarie in segno di protesta contro il genocidio e in solidarietà con la Sumud Flotilla.
Definendosi “equipaggio di terra”, i collettivi studenteschi intendono rilanciare la lotta, assumendo un ruolo attivo e responsabile nella rete globale di solidarietà con il popolo palestinese.
Questa metafora sottolinea la connessione tra la lotta locale e la resistenza internazionale, invitando alla coesione e all’impegno continuo per un futuro di pace e giustizia.
L’azione studentesca si configura, dunque, non come un evento isolato, ma come parte di un movimento più ampio e complesso, volto a contestare le strutture di potere e a promuovere un cambiamento radicale.