La tragedia sul Monviso ha concluso un’odissea angosciante, culminata con il ritrovamento, privi di vita, dei due alpinisti dispersi. L’evento ha gettato un’ombra di dolore sulla comunità alpina e ha riacceso il dibattito sulla pericolosità intrinseca di ambienti montani estremi.L’allarme era scattato nella serata del 9 giugno, alimentato dall’assenza di notizie dai due escursionisti, un uomo e una donna, scomparsi da un giorno prima. Il loro ambizioso progetto era l’ascensione del canale Coolidge, una via iconica e tecnicamente impegnativa che solca la parete nord del Monviso, un gigante delle Alpi Cozie. L’intenzione era quella di raggiungere il bivacco Villata, per poi affrontare l’arrampicata notturna, un’impresa che richiede non solo abilità alpinistica di alto livello, ma anche una profonda conoscenza del territorio e condizioni meteorologiche favorevoli.Immediatamente dopo la segnalazione, la centrale operativa ha attivato un complesso protocollo di ricerca. Sono state avviate verifiche mirate, che hanno incluso il contatto radio con i gestori dei rifugi Quintino Sella e Boarelli, strutture cruciali per la sicurezza degli escursionisti in alta quota. Parallelamente, una squadra di terra ha localizzato il veicolo dei dispersi, parcheggiato al Pian del Re, un punto di partenza strategico per l’accesso alla parete nord.La mattina successiva, le operazioni si sono intensificate con il supporto del Servizio Regionale di Elisoccorso dell’Azienda Zero Piemonte. Un team di tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese è stato imbarcato a bordo dell’elicottero e trasportato in quota. Una squadra è stata sbarcata presso il bivacco Andreotti, per valutare possibili vie di discesa alternative, mentre un’altra è stata posizionata sulla vetta del Monviso per controllare il libro di vetta, cruciale per confermare eventuali passaggi e ricostruire l’itinerario seguito dagli alpinisti.Durante questo volo di ricognizione, l’elicottero ha effettuato un’accurata perlustrazione del canale Coolidge, dove, con immenso dolore, sono stati individuati i corpi degli alpinisti. Si presume che la coppia sia precipitata durante l’ascensione, vittima delle insidie tipiche di quella parete rocciosa. Tre tecnici del Soccorso Alpino sono stati calati con il verricello per accertare il decesso e attendere le disposizioni delle autorità giudiziarie e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, competenti in operazioni di recupero in ambiente alpino. Il recupero delle salme è stato infine effettuato dall’elicottero dei vigili del fuoco, concludendo un’operazione complessa e dolorosa, e lasciando una profonda ferita nella comunità montana. L’episodio sottolinea la necessità di una continua valutazione dei rischi in ambiente alpino e della formazione adeguata per chi intraprende queste sfide.
Tragedia sul Monviso: Ritrovati i corpi degli alpinisti scomparsi
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