sabato 2 Agosto 2025
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Torino

Truffe agli anziani: arrestati due finti tecnici a Torino.

L’astuzia criminale si è manifestata con una meschina combinazione di inganno e sfruttamento della vulnerabilità.
A Torino e nella sua provincia, si è consumata una serie di furti che, pur nella loro apparente semplicità, rivelano una premeditazione e una freddezza inquietanti.

Un uomo, unitamente a un suo complice di parentela, è stato arrestato in seguito a un’operazione della polizia, che ha portato all’esecuzione di una misura cautelare domiciliare.
L’operazione, frutto di un’indagine meticolosa condotta dalla Squadra Mobile, ha svelato la dinamica di cinque episodi criminosi (tra cui un tentativo fallito), caratterizzati da un approccio particolarmente insidioso.

I due malviventi si fingevano tecnici specializzati nel riscaldamento, sfruttando la fiducia che gli anziani ripongono nella professionalità di chi si presenta a loro domicilio per fornire un servizio.
Con la scusa di controlli sulle tubature, si introducevano negli appartamenti, per poi procedere all’appropriazione indebita di gioielli e contanti, il cui valore complessivo si aggira intorno ai ventimila euro.
L’arresto è stato reso possibile grazie all’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza, un elemento cruciale che ha permesso agli investigatori di identificare i responsabili e di ricostruire i loro spostamenti.
La capacità di risalire ai veicoli utilizzati, attraverso l’interpretazione delle riprese, testimonia l’importanza delle tecnologie di sorveglianza nella lotta alla criminalità.

La perquisizione eseguita nei giorni scorsi ha portato al sequestro di diversi elementi di prova che ampliano il quadro dell’attività illecita.

Sono state rinvenute targhe alterate, utilizzate per mascherare i veicoli impiegati nei furti, un’arma a salve, presumibilmente destinata a intimidire potenziali vittime o a simulare una minaccia, ricetrasmittenti, strumenti essenziali per coordinare le azioni del gruppo e una ingente somma di denaro, pari a venticinquemila euro, presumibilmente provento delle attività criminali, unitamente a una varietà di monili, presumibilmente sottratti alle vittime.

Questo caso solleva interrogativi profondi sulla fragilità delle fasce più vulnerabili della popolazione e sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione, non solo a livello istituzionale, ma anche attraverso una maggiore consapevolezza e vigilanza da parte dei cittadini.

La professionalità simulata, la fiducia violata, e il danno economico subito dalle vittime, rappresentano una ferita alla comunità che richiede una risposta collettiva e una rinnovata attenzione alla protezione dei soggetti più esposti.

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