lunedì 28 Luglio 2025
21.7 C
Rome

Val di Susa: Dissenso o destabilizzazione? Interrogativi sull’ordine pubblico.

La recente escalation di eventi in Val di Susa trascende la definizione di dissenso pacifico, configurandosi come un’azione deliberata di destabilizzazione urbana.
L’interpretazione fornita dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non minimizza l’accaduto, ma lo qualifica come un’aggressione diretta alle fondamenta dell’ordine pubblico e alla sicurezza delle persone.
Lungi dall’essere una manifestazione di protesta legittima, questi atti di violenza, mascherati dietro una patina di rivendicazione culturale, rivelano un nucleo estremista impermeabile al dialogo e votato alla coercizione.

La strumentalizzazione di iniziative apparentemente innocue per giustificare danni a infrastrutture vitali e aggressioni a chi le tutela, denota una pericolosa distorsione del diritto di espressione.

L’episodio solleva interrogativi profondi sulla complessità della gestione delle proteste sociali in un’epoca segnata da crescenti polarizzazioni ideologiche.
Il cosiddetto “decreto sicurezza”, spesso bersaglio di critiche, si rivela in questa circostanza uno strumento di difesa necessario per proteggere lo Stato e i suoi operatori dalle azioni di chi sceglie la via della violenza.

La risposta delle autorità, come giustamente sottolineato dal Ministro, deve essere rapida e risoluta, puntando all’individuazione e alla perseguizione dei responsabili, non solo per punire i colpevoli, ma anche per dissuadere ulteriori atti di questo genere.
Tuttavia, una repressione indiscriminata rischia di esacerbare le tensioni e spingere i movimenti di protesta verso forme ancora più radicali.
Un approccio più efficace richiederebbe una comprensione più profonda delle cause strutturali che alimentano il conflitto: la percezione di ingiustizia ambientale, la mancanza di dialogo tra istituzioni e comunità locali, la sensazione di essere esclusi dai processi decisionali.
La Val di Susa non è un caso isolato; rappresenta un sintomo di una frattura più ampia che investe il rapporto tra cittadinanza, territorio e potere, e che richiede un impegno collettivo per una riconciliazione basata sulla trasparenza, l’ascolto e la ricerca di soluzioni condivise.
La semplice repressione, sebbene necessaria per ristabilire l’ordine, non può essere la risposta definitiva a una problematica così complessa e radicata.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -