mercoledì 13 Agosto 2025
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Verduno, tredicenne morto nel Tanaro: omicidio con dolo eventuale

Il 22 aprile scorso, un idillio paesano si è infranto a Verduno, in provincia di Cuneo, lasciando dietro di sé una scia di dolore e accuse gravissime.
Abdou Ngom, un ragazzo di soli tredici anni, non è morto per un tragico incidente durante un innocente bagno con gli amici, bensì è vittima di un atto volontario, un omicidio con dolo eventuale, come ipotizzato dalla Procura dei Minori di Torino.

L’autore materiale della tragedia, un coetaneo quindicenne, anch’egli di origine magrebina, è attualmente agli arresti domiciliari presso una comunità, in attesa del prosseguimento delle indagini.

L’evento si è consumato lungo le rive del Tanaro, fiume che serpeggia attraverso le colline vitivinicole del Piemonte.

Il fiume, sesto per lunghezza in Italia e secondo in Piemonte, in quel periodo era particolarmente impetuoso a causa delle recenti piogge, rendendo le correnti insidiose e oscurando la profondità.
La Spiaggia dei Cristalli di Gesso, una località amata per la sua bellezza naturale, in quel momento si trasformava in una trappola mortale.
La dinamica, ricostruita dalle indagini, rivela un quadro inquietante.

I quattro ragazzi, tutti residenti a Bra e figli di immigrati, si erano recati a Verduno per una giornata di svago.

Dopo l’immersione fatale, i tre coetanei di Abdou, in un tentativo di orchestrate una narrazione mendace per eludere le responsabilità, si sono messi in contatto tramite telefono per discutere della strategia da adottare di fronte a un eventuale interrogatorio da parte delle forze dell’ordine.

L’incidente probatorio, un atto processuale che consente agli inquirenti di ascoltare i soggetti coinvolti in separato, ha portato alla luce dettagli cruciali.
Inizialmente, il quindicenne accusato di omicidio è stato indagato per violenza privata, a seguito dell’emersione di un debito di cinquanta euro nei confronti della vittima.
Tuttavia, le successive testimonianze degli altri due ragazzi hanno aggiunto un tassello drammatico alla vicenda: Abdou aveva ripetutamente espresso la sua incapacità di nuotare, ma nonostante ciò è stato spinto in acqua.
Il quindicenne, difeso dagli avvocati Giuseppe Vitello e Piermario Morra, ha contestato questa ricostruzione, negando di aver compiuto l’azione che ha causato la morte del suo amico.
La Procura ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari di tutti e tre i minori, al fine di ricostruire con precisione la sequenza degli eventi e analizzare le comunicazioni intercorse.

Le indagini, affidate ai Carabinieri di Bra, proseguono a ritmo serrato per fare luce su un tragico episodio che ha scosso profondamente la comunità piemontese, sollevando interrogativi profondi sulla dinamica relazionale tra adolescenti, la gestione delle responsabilità e le conseguenze devastanti di un atto impulsivo.

Il fiume Tanaro, un tempo simbolo di bellezza e tranquillità, ora porta con sé il peso di un dolore incolmabile e la necessità di una verità che possa lenire il dolore dei familiari di Abdou Ngom.

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