Le aree sottoposte a gestione intensificata, comunemente denominate “zone rosse”, rappresentano un approccio contingente e temporaneo all’indirizzo della sicurezza urbana, funzionale a ristabilire condizioni di legalità e pacificità sociale in risposta a specifiche emergenze.
La loro applicazione, come sottolineato dalla Prefettura di Alessandria nel recente bilancio del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, non deve cristallizzarsi in una pratica strutturale o perpetua, ma rimanere un intervento mirato e circoscritto.
Il Comitato, riunito per valutare l’efficacia delle misure straordinarie in vigore fino al 12 ottobre, ha delineato un quadro complessivo prevalentemente positivo delle attività avviate a luglio, in seguito alla prima ordinanza prefettizia.
Tale analisi ha evidenziato come la presenza intensificata e controllata delle forze dell’ordine abbia agito come deterrente, conducendo a un significativo numero di interventi e all’applicazione di provvedimenti di allontanamento nei confronti di individui comportanti rischi o comportamenti incompatibili con la convivenza civile e la tutela dell’ordine pubblico.
L’esperienza maturata suggerisce che l’efficacia di questo modello di gestione urbana risiede nella sua flessibilità e adattabilità.
Piuttosto che un’imposizione generalizzata, la strategia futura si concentrerà su interventi mirati, basati su un’attenta analisi del territorio e un costante monitoraggio delle dinamiche sociali.
L’attenzione sarà rivolta alle fasce orarie serali e notturne, periodi di maggiore vulnerabilità e potenziali focolai di criticità.
Le risorse operative saranno impiegate in un ventaglio di attività integrate: presidi fissi in luoghi frequentati, pattugliamenti interforze a piedi e con mezzi motorizzati, controlli nei punti di aggregazione sociale e in aree precedentemente identificate come problematiche.
Parallelamente, si intensificheranno le azioni di prevenzione e contrasto a comportamenti irregolari, con un focus sulla sensibilizzazione e il coinvolgimento attivo della comunità locale.
L’approccio futuro non si limita alla mera repressione, ma promuove un modello di sicurezza partecipata, in cui le esigenze del territorio e le segnalazioni dei cittadini fungono da bussola per orientare le azioni delle forze dell’ordine, garantendo una risposta tempestiva ed efficace alle sfide emergenti.
Si tratta di un equilibrio delicato: mantenere un livello di controllo adeguato senza compromettere le libertà individuali e il tessuto sociale, promuovendo un ambiente urbano sicuro e vivibile per tutti.
La sostenibilità di questa strategia, inoltre, dipende dalla capacità di integrare gli interventi di sicurezza con politiche di inclusione sociale e sviluppo urbano, affrontando le cause profonde della marginalità e della criminalità.








