La stagione 2025/2026 del Teatro Stabile Torino si erge come un palcoscenico di riflessione profonda, inaugurata da un “Amleto” che si rivela non solo un classico intramontabile, ma un prisma attraverso cui esaminare le contraddizioni del nostro tempo.
L’opera, tradotta e adattata da Diego Pleuteri, nuovo drammaturgo residente del Teatro Stabile, si configura come il fulcro di un’intera programmazione intitolata “Essere umani”, un omaggio al settantesimo anno di attività dell’istituzione.
La scelta di Amleto, figura archetipica dell’umanità tormentata, non è casuale.
Incarna la fragilità, l’inquietudine, il dubbio e la vendetta, emozioni universali che risuonano con particolare forza nell’epoca contemporanea.
Leonardo Lidi, vincitore del Premio Hystrio alla Regia 2025, ha concepito una regia che scava nell’animo del principe di Danimarca, trasformando la tragedia shakespeariana in un potente atto d’accusa contro le dinamiche di potere, la corruzione e l’abuso.
La produzione inaugurale si avvale di un cast eccezionale, guidato da Mario Pirrello, affiancato da Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Rosario Lisma, Nicola Pannelli e Giuliana Vigogna.
Questa scelta corale, volutamente audace, riflette la visione registica di Lidi, che intende presentare un Amleto stratificato, composto da molteplici sfaccettature.
“Ho scelto i miei magnifici sette” dichiara il regista, sottolineando come ogni attore porti con sé una propria interpretazione, arricchendo la complessità del personaggio.
L’approccio corale sottolinea anche la responsabilità del teatro come specchio della società, un luogo dove possono essere messe in discussione le narrazioni dominanti, denunciando le ingiustizie e dando voce agli esclusi.
La scenografia di Nicolas Bovey, le luci di Bovey stesso, i costumi di Aurora Damanti, il suono curato da Claudio Tortorici e i movimenti scenici ideati da Riccardo Micheletti concorrono a creare un’esperienza teatrale immersiva e coinvolgente.
La regia assistente Alba Porto contribuisce alla cura dei dettagli e alla coesione del progetto.
Il “Amleto” del Teatro Stabile Torino non si limita a una riproposizione fedele del testo originale.
Lidi, con la forza di un’interpretazione contemporanea, lo proietta in un contesto attuale, sottolineando come il teatro possa fungere da “trappola per topi” per smascherare le ipocrisie e le malefatte di chi detiene il potere.
La tragedia diventa così un invito alla riflessione, un monito a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a difendere i valori fondamentali dell’umanità.
La programmazione, accessibile anche con recite dedicate, si propone di aprire un dialogo con il pubblico, invitandolo a interrogarsi sul significato di “essere umani” nel complesso scenario del XXI secolo.