La recente fragilità del nostro mondo, marchiata da tragedie che impongono un profondo esame di coscienza, ci invita a ripensare il significato stesso di comunità e dialogo.
In questo contesto, la Fondazione Circolo dei Lettori si ripropone non come un luogo riservato, ma come un’oasi di confronto aperto e inclusivo.
La frase che ne definisce l’essenza, “Il Circolo è casa tua”, trascende l’invito formale, assumendo il valore di un impegno etico e culturale.
Dimenticate le barriere invisibili, i codici d’accesso e le élite intellettuali.
Questa nuova stagione (2025-2026) si apre a tutte le voci, alle complessità del pensiero e alla ricchezza delle esperienze umane.
Un palcoscenico dove risuoneranno le eco di figure emblematiche, a volte contrastanti, come Piero Gobetti e Gabriele D’Annunzio, Hannah Arendt e Louis-Ferdinand Céline.
Accostamenti apparentemente incongruenti, ma capaci di stimolare riflessioni profonde e di illuminare la complessità del panorama umano.
L’obiettivo non è la ricerca di un consenso superficiale, bensì l’apertura radicale al dissenso costruttivo.
Un’esplorazione coraggiosa, un viaggio verso l’ignoto, un “mare aperto” dove le idee si scontrano e si arricchiscono reciprocamente.
Un “sipario aperto” che rivela la verità, anche quando scomoda.
Un “campo aperto” dove si coltiva la conoscenza attraverso il confronto.
Un “finale aperto” che invita alla continua interrogazione e alla revisione.
Un “cielo aperto” che stimola la meraviglia e la ricerca di nuovi orizzonti.
Un’immersione continua in “libri aperti”, scrigni di sapere e di immaginazione.
Questa visione si concretizza in un ciclo di festival, eventi pensati per coinvolgere e stimolare il pensiero critico.
‘Scarabocchi.
U-mani’ a Novara, un’indagine sulla relazione tra arte, scienza e umanità, con la partecipazione di figure di spicco come Telmo Pievani e Lorenzo Mattotti.
‘Torino spiritualità’, un percorso alla scoperta delle dimensioni interiori dell’esistenza, con Brunori Sas e Kader Abdolah.
‘Radici.
Il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata)’, un’esplorazione delle nostre origini, delle nostre appartenenze e delle nostre trasformazioni, con David Grossmann e Milo Manara.
E infine, il Festival del Classico, un omaggio alla tradizione umanistica che, pur nel suo fascino intramontabile, si apre al dialogo con le sfide del presente, con Alessandro Barbero e Loretta Napoleoni.
Questi festival non sono semplici aggregazioni di eventi, ma tappe di un percorso più ampio: la creazione di una comunità intellettuale vibrante, capace di affrontare le incertezze del nostro tempo con spirito critico, curiosità e un profondo senso di responsabilità.
Un circolo, dunque, che non è solo casa, ma anche fucina di idee e di speranza.