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sabato 15 Novembre 2025

Gaumy e le Alpi: un dialogo tra foto, Baìo e memoria.

Il Museo d’Arte Piana di Dronero si apre a un dialogo visivo e culturale con l’inaugurazione di “Baìo e Montagna”, una mostra monografica dedicata al fotografo francese Jean Gaumy.
L’evento, con orario di apertura al pubblico dal 15 novembre al 26 gennaio, si configura come un’immersione nel cuore delle valli alpine cuneesi, un territorio plasmato da secoli di storia, tradizioni e un profondo legame con la natura.

La mostra, promossa da Fondazione CRC e dal Museo Piemontese, si inserisce nel più ampio progetto “Donare” e offre una retrospettiva dei reportage realizzati da Gaumy tra il 2003 e il 2017.

Un percorso narrativo arricchito dalle acute riflessioni critiche di Fredo Valla, che ne approfondiscono il significato e il valore antropologico.
L’esposizione raccoglie 44 immagini, un binomio suggestivo di 14 fotografie in bianco e nero che catturano l’essenza selvaggia e silenziosa delle vallate alpine, e 30 scatti a colori dedicati alla festa tradizionale del Baìo, con il prezioso contributo di costumi e materiale video concessi dal Museo storico-etnografico di Sampeyre.

Il Baìo, un rituale ancestrale che si celebra ogni cinque anni a Sampeyre (la successiva edizione è prevista per il 2028), rappresenta un momento cruciale nell’identità culturale della Valle Varaita.
La festa, con le sue maschere, i suoi simboli e le sue danze, è molto più di una semplice celebrazione: è un’espressione profonda della memoria collettiva, un ponte tra il passato e il presente, un atto di resistenza contro l’omologazione e la perdita di radici.

Jean Gaumy, attraverso il suo sguardo sensibile e indagatore, non si limita a documentare la bellezza dei paesaggi e la vivacità delle tradizioni, ma ne coglie l’anima, il significato più profondo.
“Per me la fotografia è una questione di istinto, un percorso di scoperta interiore che mi porta a rivelare ciò che cerco inconsciamente,” dichiara il fotografo.

“È un atto immersivo e solitario, un dialogo silenzioso con il territorio, mediato dagli strumenti dell’obiettivo, dell’ascolto attento, dell’osservazione acuta, della registrazione di appunti e della contemplazione solitaria di fronte all’ignoto.
”La mostra non è soltanto una celebrazione della fotografia, ma un’occasione per riflettere sul valore inestimabile del patrimonio culturale e ambientale delle aree montane, un tratto distintivo del Piemonte e dell’intera provincia di Cuneo, come sottolinea Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC.

Un invito a riscoprire le radici, a preservare le tradizioni, a proteggere la biodiversità, a costruire un futuro sostenibile per le comunità alpine, custodi di un’eredità millenaria che merita di essere tramandata alle future generazioni.
Un’immersione nella storia millenaria delle Alpi, raccontata con la poesia di un’immagine.

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