venerdì, 18 Luglio 2025
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La città del futuro al centro dell’edizione 2025 del «Festival Digitale Popolare»

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La quarta edizione si svolgerà a Torino il 10 e 11 ottobre.

Dopo il successo delle scorse edizioni, il Festival Digitale Popolare torna nel cuore di Torino con la sua quarta edizione, in programma venerdì 10 e sabato 11 ottobre 2025, in piazza Vittorio. Promosso dalla Fondazione Italia Digitale con il patrocinio della Città di Torino, l’evento si conferma punto di riferimento nazionale per la cultura dell’innovazione, proponendo due giornate di incontri, laboratori, dialoghi e momenti partecipativi aperti a tutti.

IL TEMA: LA CITTÀ DEL FUTURO
Al centro dell’edizione 2025 c’è un interrogativo decisivo: come cambieranno le nostre città nei prossimi anni? Il Festival affronterà le sfide urbane più attuali, con un focus su tecnologia, sostenibilità, inclusione e cittadinanza attiva. Il digitale non solo come strumento, ma come leva per progettare spazi più equi, intelligenti e a misura d’uomo.

UNA RASSEGNA APERTA E POPOLARE
Il Festival Digitale Popolare nasce con un obiettivo chiaro: rendere il digitale comprensibile, accessibile e utile per tutti. Dopo oltre 5.000 presenze nel 2024, centinaia di relatori e migliaia di interazioni social, il Festival torna in Piazza Vittorio per un’edizione ancora più aperta, con una forte presenza di giovani, creator, artisti e innovatori.

IL MANIFESTO
L’illustrazione ufficiale del 2025 è firmata da Sergio Algozzino, artista palermitano che ha scelto di raccontare visivamente la città che verrà. Il manifesto rappresenta una città del futuro, un organismo vivo e interconnesso. Al centro, una figura ibrida e fluida, con tratti femminili e un’identità che va oltre le categorie tradizionali, si integra perfettamente con i circuiti urbani, diventando parte del paesaggio e della struttura stessa. Il suo corpo è attraversato da elementi tecnologici che non sono invasivi, ma armonici, come a simboleggiare una fusione tra fisico e digitale, tra umano e infrastruttura. Non è una visione distopica, ma la proiezione di una realtà possibile: un futuro in cui il corpo e la tecnologia convivono, in cui la città diventa estensione dell’identità e del pensiero umano, fino a diventare essa stessa parte integrante del territorio.

L’AUTORE DEL MANIFESTO
Sergio Algozzino è uno degli artisti più apprezzati e completi della scena fumettistica italiana. Nato a Palermo nel 1978, ha esordito nel 2000 con Piccoli Brividi per Panini Comics, per poi collaborare con Red Whale, Disney, Pixar e Sergio Bonelli Editore. Tra le sue opere più note: Ballata per Fabrizio De André, Memorie a 8bit (premiata al Romics 2015), Storie di un’attesa e La Fabbrica Onirica del Suono. Ha lavorato come disegnatore, sceneggiatore e colorista per Dylan Dog e altre serie Bonelli. È autore di artbook personali, docente di fumetto in diverse scuole nazionali, fondatore del canale YouTube Memorie a 8bit e attivo anche come musicista e produttore. La sua capacità di unire estetica, narrazione e visione gli ha permesso di dare forma concreta al concept di questa edizione del Festival.

LE DICHIARAZIONI
“Scegliere l’artista che firma il manifesto del Festival è un privilegio, ma anche una grande responsabilità – afferma Antonio Mannino, Direttore Generale e Artistico di Etna Comics – Sergio Algozzino è un autore completo, capace di raccontare visivamente idee complesse con uno stile personale, riconoscibile e sempre coerente. Ha collaborato con grandi realtà editoriali senza mai perdere la sua identità. Con questo manifesto ha colto alla perfezione lo spirito del Festival, traducendo in immagine la visione di una città del futuro integrata con l’essere umano e la tecnologia, senza mai rinunciare alla dimensione poetica”.

Francesco Nicodemo, Direttore Editoriale della Fondazione Italia Digitale: “Lo sviluppo della tecnologia è fondamentale, ma dobbiamo sempre ricordare che al centro devono esserci le persone. Il nostro obiettivo è chiaro: mettere la tecnologia al servizio dell’essere umano, non il contrario. Le città sono il cuore pulsante di questa trasformazione, i luoghi dove si sperimenta il rapporto tra innovazione e vita quotidiana. Il Festival vuole essere uno spazio pubblico e accessibile dove si immagina un futuro in cui l’innovazione non è fine a sé stessa, ma strumento per migliorare la vita collettiva”.

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