L’autunno artistico del Lago Maggiore si apre con Lakescapes, la rassegna di teatro diffuso ideata e curata dall’Accademia dei Folli, un’immersione nel cuore pulsante del teatro-canzone.
Questa edizione, un’eco delle calde serate estive, prosegue l’esplorazione del progetto “Portraits”, una riflessione profonda e originale sul ruolo della musica come veicolo narrativo, come specchio dell’anima di figure iconiche e come chiave di accesso a mondi interiori spesso inesplorati.
“Portraits” si configura come un mosaico di esperienze, un percorso intellettuale e emotivo che intreccia performance musicali di alto livello con interpretazioni teatrali intense, creando un’esperienza immersiva per il pubblico.
La rassegna si apre venerdì 8 agosto a Colazza, nella suggestiva cornice di Piazza Don Regazzoni (ore 21.30), con “Buonasera Sig.
G”, un incontro intimo e irriverente con il genio di Giorgio Gaber.
Lungi dall’essere un mero tributo, lo spettacolo, affidato all’Accademia dei Folli, si rivela un viaggio a tutto tondo nell’universo artistico e umano di Gaber e Luporini, due figure imprescindibili del panorama culturale italiano.
Attraverso l’analisi dei testi, la riscoperta delle melodie e la rilettura delle performance, lo spettacolo mira a restituire la complessità e l’attualità di un artista capace di coniugare ironia, impegno sociale e poesia.
Si propone di svelare le radici profonde della sua comicità, spesso venata di malinconia, e di far emergere il suo sguardo acuto e critico sulla società del suo tempo.
Il sabato 9 agosto, la scena si sposta al Pirolino Beach di Dormelletto (ore 21.30) per accogliere “How does it feel?”, un’affascinante incursione nella giovinezza di Bob Dylan.
Lo spettacolo, concepito e interpretato dal talentuoso Carlo Roncaglia, ripercorre le tappe fondamentali della sua evoluzione artistica, dai primi vagabondaggi nel circuito folk americano all’affermazione come cantautore di fama mondiale.
La narrazione si concentra sul periodo in cui Robert Zimmermann, ancora un giovane e promettente artista, stava definendo la sua identità musicale e poetica, alla ricerca di una voce autentica e di un linguaggio capace di esprimere le inquietudini e le speranze della sua generazione.
“How does it feel?” non si limita a presentare i successi di Dylan, ma esplora anche le sfide e le difficoltà che ha incontrato nel suo percorso, le influenze che lo hanno plasmato e le sue prime, cruciali esperienze sul palco.
Lo spettacolo si propone di offrire un ritratto vivido e intimo dell’artista, andando oltre l’immagine pubblica e svelandone la fragilità e la forza interiore.
Un’occasione per comprendere come la musica possa essere un potente strumento di cambiamento sociale e di espressione individuale.