Il Filatoio di Caraglio, un’eco del passato manifatturiero cuneese, testimonianza tangibile di un’epoca in cui la seta intessuta destinava i suoi tessuti pregiati alle corti europee, si trasforma in un palcoscenico inatteso per la mostra “Intrecci”.
Dal 23 ottobre, il complesso industriale, luogo di lavoro e innovazione nel Seicento, accoglie un corpus di oltre cento fotografie di Helmut Newton, un’eredità fotografica che trascende i confini del ritratto e della moda per interrogare il potere, il desiderio e l’identità.
La mostra, promossa dalla Fondazione Artea e curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, non è una semplice retrospettiva, ma un’indagine sulle connessioni profonde tra la produzione tessile e l’immaginario fotografico.
Newton, maestro nell’arte di creare atmosfere sospese tra realtà e finzione, trasforma le modelle in figure mitologiche, in archetipi femminili che sfidano le convenzioni e rielaborano i codici della seduzione.
La sua capacità di instaurare un rapporto di fiducia e complicità con alcune delle più iconiche figure del panorama internazionale – Monica Bellucci, Kate Moss, Carla Bruni, Eva Herzigova – gli ha permesso di riscrivere le regole della fotografia di moda, elevandola a un linguaggio performativo e suggestivo.
L’architettura industriale del Filatoio, con le sue macchinari silenziati e le pareti cariche di storia, crea un dialogo profondo con le immagini di Newton. Si tratta di un intreccio di memorie, un confronto tra la manualità del lavoro tessile e la precisione del gesto fotografico.
L’esposizione evidenzia come l’esperienza personale di Newton, segnata dall’attività presso la storica azienda tessile Nino-Moden e dalle collaborazioni con stilisti e brand di prestigio, abbia contribuito a plasmare la sua visione artistica.
Ogni scatto, infatti, è intriso di riferimenti biografici, professionali e narrativi, creando una rete complessa di significati.
Il percorso espositivo si articola in sezioni tematiche che ripercorrono le tappe fondamentali della carriera di Newton. Si parte con i ritratti iconici di celebrità come Catherine Deneuve, Andy Warhol e Paloma Picasso, fino a giungere al celebre nudo di Charlotte Rampling, realizzato nel 1973.
Segue una sezione dedicata alle collaborazioni con Yves Saint Laurent, Versace e Anna Molinari, che mettono in luce la libertà interpretativa concessa al fotografo dai suoi committenti.
Le immagini realizzate per Versace a Montecarlo, con le modelle fotografate prevalentemente di spalle, incarnano un’estetica enigmatica e potente.
Il rapporto con Anna Molinari, fondatrice di Blumarine, si rivela particolarmente significativo, consentendo a Newton di esplorare nuove forme di espressione e di sperimentare con il corpo femminile.
I luoghi iconici della Costa Azzurra – l’Hôtel Balmoral a Monte Carlo, le coste rocciose di Monaco, i giardini esotici di Antibes, le ville di Nizza – fungono da scenografie per un teatro di desideri, dove le modelle, animate da un’aura quasi teatrale, si muovono con la grazia e la sicurezza di vere e proprie attrici.
Infine, l’esposizione dedica uno spazio alla carriera di Newton nel mondo della pubblicità, testimoniando la sua versatilità e la sua capacità di adattare il suo linguaggio a diversi contesti creativi.
“Intrecci” è dunque un viaggio nell’universo di un fotografo che ha saputo trasformare il ritratto in un’opera d’arte, intrecciando immagini, emozioni e significati in un linguaggio unico e inconfondibile.