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sabato 1 Novembre 2025

Nuovo direttivo al Centro Oberto: memoria, storia e identità piemontese

Il Centro Gianni Oberto, fulcro di ricerca e valorizzazione della memoria piemontese, ha recentemente inaugurato un nuovo direttivo sotto la guida del presidente Davide Nicco e della consigliera regionale Nadia Conticelli.

La rinnovata squadra si appresta a proseguire l’eredità di un precedente mandato ricco di iniziative, culminato con la composizione dell’inno regionale, affiancando alla consolidata attività un’attenzione particolare a figure chiave della storia piemontese e italiana, come quella di Giovanni Giolitti, che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama politico del Regno d’Italia.

Il nuovo direttivo, arricchito da figure di spicco come Giuliana Giai, Lara Merla, Fabrizio Nucera, Andrea Pennini, Gianfranco Visca, Gianni Firera, Claudio Bertolotti e Valter Serra, ha definito un programma di lavoro che mira a ricostruire un percorso narrativo complesso, intessuto di eventi, personaggi e istituzioni che hanno plasmato l’identità del Piemonte.

L’approccio non si limita alla mera elencazione di date, ma aspira a offrire una lettura critica e approfondita, che sappia interpretare il significato storico e culturale di questi momenti cruciali.
Il percorso si apre con la promulgazione dello Statuto Albertino del 4 marzo 1848, una pietra miliare nella storia costituzionale italiana.
Lo Statuto, inizialmente concepito come carta costituzionale del Regno di Sardegna, assunse poi un ruolo centrale nel processo di unificazione nazionale, divenendo la legge fondamentale del Regno d’Italia fino all’entrata in vigore della Costituzione repubblicana del 1948.
Un documento che, pur con le successive modifiche, rappresenta un ponte ideale tra il passato monarchico e la Repubblica contemporanea.

Un’altra tappa fondamentale è rappresentata dall’assedio di Torino del 1706, un episodio drammatico e decisivo della Guerra di Successione Spagnola.
L’eroica resistenza dei pochi difensori sabaudi, assediati da un esercito francese numericamente superiore, testimonia il coraggio e la determinazione di un popolo pronto a difendere la propria terra.
La cruciale controffensiva guidata dal Principe Eugenio e dal Duca Vittorio Amedeo II, che spezzò l’assedio, è un esempio di abilità militare e strategica che ha segnato una svolta nel conflitto.

Il sacrificio del minatore Pietro Micca, che con il suo gesto eroico sigillò le gallerie sotterranee, è diventato un simbolo dell’identità piemontese, incarnazione di abnegazione e coraggio.
Il programma di lavoro non trascura neanche eventi meno noti, ma non per questo meno significativi, come la strage di Torino del 1864.

Questo tragico episodio, che vide la perdita di numerose vite umane in seguito ai moti per il trasferimento della capitale, rappresenta una ferita ancora aperta nella memoria collettiva, un monito contro le divisioni e le violenze che possono scaturire da aspirazioni politiche contrastanti.

Comprendere le cause e le conseguenze di questa tragedia, attraverso una ricerca accurata e una narrazione rispettosa delle vittime, è un dovere imprescindibile per il Centro Gianni Oberto, un impegno per non dimenticare e per promuovere una cultura della pace e della convivenza civile.

La ricostruzione e la divulgazione di questi tasselli storici, attraverso pubblicazioni, mostre e iniziative didattiche, costituiscono il cuore pulsante della missione del Centro, un contributo essenziale per la salvaguardia e la trasmissione del patrimonio culturale piemontese alle future generazioni.

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