La Fondazione Merz celebra due decenni di attività aprendo le sue porte a un’esposizione collettiva di straordinaria risonanza: i finalisti della quinta edizione del prestigioso Premio Mario Merz, sezione arte, curata da Giulia Turconi. L’evento, inaugurato il 11 giugno, non è solo una vetrina di talenti emergenti, ma una riflessione a tutto tondo sull’eredità dell’artista e sul ruolo dell’arte contemporanea nella società. Una serata inaugurale, estesa fino a mezzanotte, ha offerto al pubblico performance artistiche ed esperienze sonore, siglando un momento di condivisione e apertura.La mostra si configura come un percorso complesso e stratificato, in cui le opere dei cinque finalisti dialogano tra loro, creando un’interrogazione estetica e concettuale che spazia da precise rielaborazioni di temi sociali a profonde indagini identitarie. Elena Bellantoni, con il suo lavoro video, rilegge la storia delle rivolte attraverso la potente simbologia della breadline, elevando il pane da semplice alimento a elemento cruciale di significato collettivo, simbolo di dignità e di lotta per la giustizia. L’opera, intrisa di una malinconica potenza evocativa, pone interrogativi sul ruolo del popolo e sulla fragilità delle istituzioni.Agnes Questionmark, con un approccio performativo radicale, utilizza il proprio corpo come dispositivo politico, decostruendo i rapporti di potere e le dinamiche identitarie con una spietata lucidità. Il corpo diventa così campo di battaglia, luogo di resistenza e di esplorazione delle zone d’ombra che definiscono l’individuo nella società. Voluspa Jarpa, invece, offre un’esperienza immersiva, un viaggio multisensoriale che trascende le barriere temporali, fondendo echi del passato, vibrazioni del presente e visioni del futuro attraverso una sofisticata commistione di immagini e suoni, creando un’atmosfera onirica e suggestiva.Anna Franceschini, con la sua tecnica ibrida, fonde elementi cinematografici e meccanici per deporre il corpo umano in una macchina estetica, evocando l’illusione ottica e la sospensione della realtà tipiche del cinema, inducendo lo spettatore a interrogarsi sulla natura stessa della percezione e sulla costruzione dell’immagine. Infine, Mohamed Bourouissa affronta temi come il controllo sociale, il dominio e l’espropriazione del corpo attraverso una combinazione di video e sculture realizzate con alluminio fuso, materiale che evoca l’industrializzazione, la massificazione e la perdita di identità. Le sue opere, austere e potenti, stimolano una riflessione critica sui meccanismi del potere e sulle conseguenze della globalizzazione.La mostra, aperta al pubblico fino al 21 settembre, non si limita a presentare un panorama delle più innovative tendenze artistiche contemporanee, ma invita attivamente lo spettatore a partecipare al processo di valutazione, offrendo la possibilità di esprimere la propria preferenza per l’artista vincitore attraverso il sito ufficiale del premio. La vittoria comporta per l’artista eletto la realizzazione di un progetto personale, interamente prodotto e supportato dalla Fondazione Merz, un ulteriore sigillo di riconoscimento e un trampolino di lancio verso un futuro artistico di successo. L’iniziativa sottolinea l’impegno della Fondazione nel sostenere la giovane scena artistica e nel promuovere un dialogo continuo tra arte e società.
Premio Merz: Vent’anni di arte e nuovi talenti a Torino.
Pubblicato il
