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mercoledì 19 Novembre 2025

Prenotazioni Fantasma: L’Impatto Economico sui Luoghi Cultura Italiani

L’emergenza delle cosiddette “prenotazioni fantasma” sta erodendo la sostenibilità economica e l’efficacia operativa di numerosi luoghi culturali italiani, ponendo seri interrogativi sulla gestione dei flussi di visitatori e sulla necessità di ripensare le strategie di accesso.

Uno studio approfondito condotto a Torino, e riflettente dinamiche osservabili a livello nazionale, rivela l’entità del fenomeno e ne analizza i fattori determinanti.
Il Report “NoShow”, frutto di un’analisi rigorosa condotta da MidaTicket in collaborazione con Formules e sotto la direzione scientifica del Professor Guido Guerzoni dell’Università Bocconi, quantifica un impatto significativo: quasi 130.000 visitatori “virtuali” non si sono presentati negli ultimi sei mesi, generando una perdita stimata di circa 114.000 euro, una cifra che incide pesantemente sui servizi accessori, come la gestione dei bookshop (72.120 euro) e la fornitura di audioguide (41.865 euro).
Questo dato, proveniente da quattro istituzioni culturali torinesi che utilizzano il sistema MidaTicket, non è un caso isolato, ma piuttosto un indicatore di un problema più ampio che affligge il settore.
L’indagine statistica evidenzia una correlazione diretta tra modalità di acquisizione del biglietto e la probabilità di “no-show”.

L’acquisto online di biglietti gratuiti espone le istituzioni a un rischio di assenza quasi sei volte superiore rispetto all’acquisto diretto in biglietteria.
La differenza, sebbene meno marcata, persiste anche per i biglietti a pagamento, dove l’aumento della probabilità di “no-show” si attesta al 5,7%.

Questa constatazione rafforza l’ipotesi che l’introduzione di un esborso economico, anche modesto, agisca come deterrente, incentivando una maggiore responsabilizzazione da parte del visitatore.

Ogni euro aggiuntivo al prezzo del biglietto determina una diminuzione del 2,5% della probabilità di assenza, un dato significativo che suggerisce una possibile strategia di mitigazione del fenomeno.
L’analisi rivela inoltre un’altra variabile importante: l’intervallo di tempo tra l’acquisto del biglietto e la visita.

Si osserva un aumento medio dell’1% nella probabilità di “no-show” per ogni giorno che intercorre, un dato che potrebbe essere legato a cambiamenti di programma, dimenticanze o, più semplicemente, a una minore urgenza di recarsi a visitare il luogo culturale.

Le implicazioni di questa ricerca sono molteplici e richiedono un ripensamento delle politiche di accesso ai luoghi culturali.
L’introduzione di un sistema di prenotazione a pagamento, anche minimo, potrebbe contribuire a ridurre il fenomeno delle “prenotazioni fantasma” e a garantire una gestione più efficiente delle risorse.
Inoltre, sarebbe utile sperimentare meccanismi di conferma della presenza, come l’invio di promemoria via email o SMS, per incentivare la partecipazione e ridurre gli sprechi.

Infine, l’analisi dei dati raccolti potrebbe essere utilizzata per ottimizzare l’offerta di servizi, prevedendo con maggiore precisione i flussi di visitatori e pianificando le risorse in modo più efficace, massimizzando l’impatto culturale ed economico dei luoghi della cultura.

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