Il Castello di Rivoli celebra i quarant’anni dalla sua istituzione con “Inserzioni”, un’iniziativa innovativa che ridefinisce il rapporto tra museo, artista contemporaneo e pubblico.
Più che una semplice mostra, “Inserzioni” si configura come un’apertura strutturale, un invito a dialogare con la storia e l’identità del Castello, reimmaginandone il ruolo nel panorama artistico contemporaneo.
La prima edizione vede coinvolti tre figure di spicco dell’arte odierna: Guglielmo Castelli, con il suo sguardo acuto sulla realtà torinese; Lydia Ourahmane, portavoce di narrazioni transculturali e identitarie; e Oscar Murillo, esploratore di linguaggi pittorici e performativi in continua evoluzione.
Queste voci si affiancano all’opera vincitrice del premio Collective 2025, “Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly” di Adji Dieye, e all’acquisizione recente di due opere chiave: “Mare con gabbiano” di Piero Gilardi, icona dell’arte povera, e “a.
C.
” di Roberto Cuoghi, che indaga le profondità della memoria collettiva e individuale.
Il progetto, sostenuto dal Radical Commissioning Group, un circuito di mecenatismo dedicato a promuovere interventi artistici di forte impatto, apre al pubblico il 26 settembre e si protrarrà fino a febbraio 2026, offrendo una finestra continua su un’arte in costante divenire.
“Inserzioni” segna un superamento del tradizionale modello museale, dove la presenza dell’artista contemporaneo è spesso relegata a sezioni a parte.
Il format, con cadenza semestrale, trasforma le sale dedicate alla Collezione in un palcoscenico dinamico, un crogiolo di espressioni artistiche che dialogano tra loro e con l’architettura barocca del Castello.
Questo approccio strategico non solo amplifica la visibilità di artisti emergenti e realtà artistiche marginali, ma arricchisce anche il tessuto interpretativo della Collezione, introducendo prospettive inedite e ampliando i confini della narrazione museale.
L’ispirazione per “Inserzioni” affonda le radici nella visione pionieristica del primo direttore, Rudi Fuchs, e nella sua mostra inaugurale “Ouverture” del 1984.
Come allora, “Inserzioni” invita gli artisti a creare opere pensate specificamente per le sale auliche, in un atto di quasi collaborazione con lo spazio storico, creando un ponte tra epoche e linguaggi.
Il risultato è un’esperienza immersiva e stimolante, che invita il visitatore a riflettere sul ruolo del museo come luogo di incontro tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, e sul potere dell’arte come strumento di dialogo e di trasformazione culturale.
“Inserzioni” non è solo un progetto espositivo, ma un atto di ri-pensare l’istituzione museale, un invito a sperimentare nuove forme di relazione tra arte, architettura e pubblico.