Scarabocchi. Il mio primo festival: un’esplorazione antropologica del gesto umanoLa Fondazione Circolo dei Lettori e Doppiozero presentano l’ottava edizione di “Scarabocchi. Il mio primo festival”, un evento che, quest’anno, compie un viaggio profondo nel cuore dell’esperienza umana, partendo da un punto di partenza inaspettato: la mano. Da venerdì 12 a domenica 14 settembre, Novara si trasformerà in un laboratorio di idee e creatività, un luogo di incontro tra diverse generazioni e discipline artistiche, focalizzato sull’importanza del gesto manuale come motore di pensiero, espressione e connessione.L’inaugurazione, fissata per venerdì 12 settembre alle ore 18 al Complesso Monumentale del Broletto, sarà inaugurata da una lectio magistralis del celebre scienziato e divulgatore Telmo Pievani, che offrirà una prospettiva multidisciplinare sul tema. Seguiranno incontri e dialoghi con figure di spicco come l’illustratrice Elisa Seitzinger, il pittore e disegnatore Tullio Pericoli e l’artista Arturo Brachetti, che condivideranno le loro visioni e esperienze artistiche in un confronto stimolante con Giuseppe Culicchia, direttore della Fondazione Circolo dei Lettori.L’idea alla base di questo festival è semplice ma potente: la mano non è solo uno strumento, ma un’estensione del nostro essere, intimamente legata alla nostra capacità di pensare e creare. L’atto di manipolare, costruire, disegnare, scrivere, è intrinsecamente connesso al processo cognitivo, generando un feedback continuo che modella la nostra comprensione del mondo. Il gioco di parole “U-mano”, scelto come tema centrale, sottolinea questa profonda integrazione, rivelando come la porzione più elementare del nostro corpo sia simultaneamente un aggettivo e un sostantivo, un identificatore primario.Come sottolinea Marco Belpoliti, curatore di “Scarabocchi” e direttore editoriale di Doppiozero, la transizione dalla postura quadrupede a quella bipede, che ha liberato le mani per l’azione e la creazione, ha rappresentato una svolta evolutiva fondamentale. Questo gesto, un tempo dedicato a compiti prettamente funzionali, ha innescato la nascita del linguaggio, e di conseguenza, della scrittura, segnando l’inizio della civiltà. Ma la funzione comunicativa delle mani trascende le barriere linguistiche; è un mezzo universale di espressione, un ponte tra individui che non condividono la stessa lingua.Giuseppe Culicchia esprime il suo apprezzamento per la scelta tematica di Belpoliti, riconoscendo la sua capacità di illuminare un aspetto spesso trascurato della nostra umanità. “Scarabocchi” si propone quindi come un’occasione per riscoprire il valore del contatto fisico, dell’artigianato, del disegno spontaneo, incoraggiando i partecipanti a esplorare il proprio potenziale creativo e a celebrare la bellezza e la complessità del gesto umano. Il festival vuole essere un invito a rallentare, a osservare, a sentire, a connettersi con il mondo attraverso le mani, strumenti privilegiati per comprendere noi stessi e gli altri.