La stagione espositiva 2023-2024 della Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Torino si apre il 29 ottobre, inaugurando la ‘Terza Risonanza’ con un programma ambizioso e poliedrico, intriso di suggestioni oniriche, interrogativi esistenziali e un senso di profonda inquietudine.
Un percorso che, attraverso la contemplazione del notturno, l’indagine sulla materialità dell’immagine e l’esplorazione delle fragilità umane e ambientali, invita il visitatore a un dialogo intimo con l’arte contemporanea e con il patrimonio storico.
La mostra cardine, ‘Notti.
Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni’, curata da Fabio Cafagna ed Elena Volpato, si propone come un viaggio evocativo attraverso la rappresentazione del buio e della sua simbologia nell’arte figurativa.
Dalle atmosfere tenebrose del XVII secolo, con la loro ricca simbologia religiosa e mitologica, fino alle sperimentazioni contemporanee che reinterpretano il notturno come spazio di introspezione e di esplorazione dell’inconscio, l’esposizione raccoglie circa cento opere provenienti da collezioni prestigiose, offrendo una visione panoramica dell’evoluzione del concetto di notte nell’immaginario artistico europeo.
Il nucleo centrale è costituito da opere provenienti dalle collezioni stesse della GAM, arricchite da acquisizioni temporanee che ne ampliano la portata e la profondità.
Parallelamente, la GAM dedica ampio spazio alla figura di Linda Fregni Nagler, con la prima mostra antologica in Italia, curata da Cecilia Canziani.
L’artista svedese, attraverso un’abile manipolazione della fotografia, trascende i confini del mero documentario, per addentrarsi in una riflessione complessa sulla natura materiale dell’immagine, sul suo valore intrinseco e sulla sua capacità di evocare significati nascosti.
La mostra, un percorso cronologico che spazia su vent’anni di produzione, offre un’occasione unica per comprendere la poetica dell’artista, la sua profonda ricerca estetica e la sua capacità di trasformare il quotidiano in arte.
La profondità dell’indagine artistica continua con la mostra antologica di Elisabetta Di Maggio, curata da Chiara Bertola e Fabio Cafagna.
Di Maggio, con la sua arte delicata e innovativa, crea opere che sfidano le convenzioni del linguaggio artistico, utilizzando materiali effimeri e tecniche artigianali.
Dalle pareti di carta velina incise a mano, che creano ambienti immersivi, ai saponi di Marsiglia scolpiti che rappresentano mappe urbane, fino ai mosaici di vetro e micromosaici di cera posati su supporti fragili, ogni opera è un invito alla contemplazione e alla riflessione sulla precarietà dell’esistenza e sulla bellezza effimera del mondo.
Negli spazi dedicati alla Videoteca, la GAM rende omaggio a Lothar Baumgarten, figura centrale dell’arte contemporanea, scomparso nel 2018.
Baumgarten, con il suo lavoro innovativo, ha saputo coniugare ricerca estetica, antropologia e riflessione ecologica, creando opere che interrogano il rapporto tra uomo e natura.
Infine, come elemento dinamico e catalizzatore di nuove prospettive, si configura la presenza de “L’Intruso”, un artista o curatore invitato a interagire con le mostre e le collezioni della GAM.
Per la ‘Terza Risonanza’, questo ruolo è affidato a Davide Sgambaro, il cui intervento promette di stimolare un confronto stimolante e inaspettato.






