La recente presentazione dell’ottava edizione di Tfi Torino Film Industry, evento cruciale per il panorama cinematografico piemontese e nazionale, si è svolta all’ombra di potenziali riduzioni al fondo cinema previste dalla legge di bilancio.
Paolo Manera, direttore di Film Commission Torino Piemonte, ha espresso cautela, sottolineando la prematurità di qualsiasi valutazione affrettata in un contesto economico in rapida evoluzione.
Piuttosto che allarmismi, Manera ha preferito delineare una visione strategica, focalizzata sulla capacità di adattamento e sulla resilienza del settore.
Il cuore del sistema cinematografico piemontese risiede nella sua diversificazione.
La regione si distingue per un approccio inclusivo che abbraccia tutti i generi cinematografici, dall’animazione al documentario, favorendo un ecosistema produttivo robusto e dinamico.
L’internazionalizzazione rappresenta un pilastro fondamentale, attirando coproduzioni da tutto il mondo e contribuendo a proiettare l’immagine del Piemonte come polo di eccellenza nel settore audiovisivo.
L’attenzione riservata alle opere prime e seconde, stimola l’emergere di nuovi talenti e alimenta l’innovazione creativa.
Il 20% della produzione di cinema d’animazione nazionale trova la sua origine in Piemonte, a testimonianza di una filiera strutturata e di un know-how consolidato.
La Film Commission Torino Piemonte vanta un portafoglio di progetti ambiziosi, con una lista di opere finanziate e altre in attesa di contributi.
La flessibilità operativa permette di gestire le incertezze e di adattare le strategie in base alle disponibilità finanziarie.
I dati preliminari del 2025 indicano una crescita rispetto all’anno precedente, suggerendo una traiettoria positiva per il settore.
L’impatto economico del cinema piemontese è significativo: oltre mille persone lavorano stabilmente nel settore, con un numero di contratti annuali superiore a diecimila.
L’attrattiva del territorio ha incentivato venti società audiovisive ad aprire sedi in Piemonte, spesso trasferendole da Milano.
La Regione supporta queste attività con contributi a fondo perduto pari a otto milioni di euro all’anno, destinati a lungometraggi, serie televisive e documentari.
Questi finanziamenti regionali, pur essendo importanti, si integrano con i contributi nazionali, che rappresentano un elemento propulsivo per la continuità produttiva.
Manera ha riconosciuto che un’interruzione dei finanziamenti avrebbe inevitabilmente un impatto sulla produzione, ma ha sottolineato che il settore non si estinguerebbe, grazie alla sua capacità di adattamento e alla solida base costruita negli anni.
Il dialogo continuo con le istituzioni rimane un elemento chiave per affrontare le sfide future e garantire il sostegno necessario al settore cinematografico piemontese, preservandone il ruolo cruciale nell’economia locale e nella promozione dell’immagine del territorio a livello internazionale.







