giovedì 11 Settembre 2025
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Torino

Torino, i Musei Reali arricchiscono la collezione con Caccia.

I Musei Reali di Torino ampliano il loro patrimonio artistico con l’acquisizione di due significative opere a olio su tela del pittore Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo (1568-1625).
L’introduzione di queste tele, restituite al pubblico nella loro risplendente integrità, rappresenta un arricchimento sostanziale del percorso espositivo della Galleria Sabauda, collocandole in una posizione strategica, di grande visibilità, immediatamente tangibile per i visitatori.

L’arrivo di queste opere, provenienti da un contesto storico complesso e legato alla Controriforma, sottolinea l’importanza di Moncalvo come figura chiave nella transizione culturale tra il tardo manierismo e i primi sviluppi del barocco, un periodo cruciale per la definizione dell’identità artistica del Piemonte e della Lombardia.
Il 2025, anno che celebra il quarto centenario della sua scomparsa, offre un’occasione preziosa per una più approfondita riscoperta e valorizzazione della sua produzione.
Le due tele, raffiguranti *San Giorgio a cavallo* e *San Maurizio a cavallo* (databili intorno al 1620), non sono semplici aggiunte al catalogo: si tratta di opere di notevole pregio, già riconosciute per il loro valore artistico e storico.
La loro precedente difficoltà di esportazione testimonia la loro importanza culturale e il loro significato per il patrimonio nazionale.
L’acquisizione, frutto di una trattativa privata gestita dalla Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura, sancisce la loro definitiva restituzione alla comunità e la loro integrazione permanente nelle collezioni dei Musei Reali.

L’origine delle tele, provenienti dalla chiesa dei Cappuccini di Chieri, distrutta durante le soppressioni napoleoniche, ne sottolinea la fragilità e l’importanza della loro conservazione.
La loro qualità intrinseca, esemplare dell’abilità pittorica di Moncalvo, le colloca a pieno titolo nel contesto della cultura figurativa piemontese e lombarda tardomanierista, un movimento che permeò le corti e influenzò profondamente l’estetica del tempo.

L’ingresso di queste opere non solo arricchisce il corpus dei dipinti di Caccia, per il quale è già dedicata un’intera sala della Pinacoteca, ma offre anche una connessione ancora più profonda con il ricco fondo di disegni custoditi nella Biblioteca Reale, permettendo una comprensione più completa della sua ricerca artistica e del suo contributo all’evoluzione del linguaggio visivo.

Il restauro, condotto dal competente Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale, ha permesso di rimuovere le alterazioni cromatiche e le tensioni strutturali, restituendo ai dipinti la loro originale vivacità e intensità espressiva, testimonianza del virtuosismo del pittore e della sua capacità di trasmettere devozione e potenza spirituale.

L’acquisizione e il restauro di queste opere rappresentano un impegno concreto verso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico nazionale, offrendo al pubblico un’occasione unica per ammirare capolavori di eccezionale bellezza e significato storico-culturale.

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