Il futuro economico del sistema produttivo italiano si presenta incerto, segnato da una cruciale finestra temporale che si chiude al 31 dicembre 2025.
La scadenza imminente delle attuali agevolazioni fiscali, in particolare quelle destinate alle imprese, genera preoccupazione nel tessuto industriale nazionale, come evidenziato dal presidente dell’Unione Industriali di Torino, Marco Gay, durante un confronto con il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate.
L’attenzione governativa, orientata prevalentemente alla riforma della curva Irpef, pur mirando a stimolare il potere d’acquisto delle famiglie e quindi la domanda interna, rischia di lasciare scoperta una componente essenziale per la crescita sostenibile: la capacità produttiva delle imprese.
È imperativo, pertanto, che questa politica fiscale, benché auspicabile, sia integrata da misure concrete a sostegno dell’innovazione tecnologica e digitale, veri motori di competitività in un contesto globale sempre più complesso.
L’attività industriale, infatti, non si limita a generare ricchezza materiale, ma rappresenta un fattore determinante per il benessere sociale e la coesione del Paese.
Investimenti mirati e un aumento dell’occupazione, infatti, producono un effetto moltiplicatore positivo sul Prodotto Interno Lordo e contribuiscono in modo significativo al consolidamento delle finanze pubbliche, liberando risorse per servizi essenziali e investimenti futuri.
La Legge di Bilancio imminente offre un’occasione irrinunciabile per delineare una chiara politica industriale, sfruttando la leva fiscale non come un mero strumento di supporto, ma come un veicolo per promuovere l’innovazione, la modernizzazione e un aumento della produttività complessiva.
Non si tratta di sollecitare indiscriminatamente incentivi, bensì di fornire alle PMI, la spina dorsale dell’economia italiana, strumenti di accesso semplice, stabile nel tempo e prevedibile, capaci di accompagnarle in un percorso di crescita dimensionale, di trasformazione digitale e di miglioramento continuo dei processi produttivi.
L’urgenza di rinnovare e potenziare misure come quelle previste da Transizione 4.0 e, ora, con l’emergere di Transizione 5.0, nonché di incentivare la ricerca e sviluppo, è innegabile.
Queste iniziative non solo favoriscono la crescita delle imprese, ma contribuiscono in maniera cruciale a rendere il territorio italiano dinamico, attrattivo per investimenti esteri e capace di competere efficacemente nell’arena internazionale.
Il rischio di trascurare questa dimensione strategica, a favore di interventi di breve respiro, potrebbe compromettere la competitività e la resilienza del sistema economico italiano nel lungo periodo.