La controversia che coinvolge il Comune di Viarigi, il Comitato Tutela Viarigi e Valle Grana, e un proprietario agricolo confinante, solleva un dibattito cruciale sull’equilibrio tra sviluppo energetico e tutela del patrimonio culturale e agricolo del Monferrato astigiano.
L’oggetto della disputa è la realizzazione di un impianto agrivoltaico da 990 kW ad Altavilla Monferrato, un intervento che, a giudizio dei ricorrenti, presenta vizi procedurali e criticità di impatto paesaggistico e produttivo.
Il ricorso, formalizzato presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), mira all’annullamento del parere favorevole espresso dalla Commissione Locale per il Paesaggio di Ottiglio Monferrato e dell’autorizzazione tacitamente concessa alla società Avellana Società Semplice Agricola.
La questione centrale ruota attorno alla presunta violazione di normative specifiche derivanti dall’inclusione dell’area interessata all’interno della “zona cuscinetto” del sito UNESCO “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”.
Questa designazione impone vincoli stringenti per qualsiasi intervento antropico che possa alterare la sua integrità visiva e funzionale.
I ricorrenti sostengono che la documentazione presentata dalla società proponente sia lacunosa e fuorviante.
In particolare, lamentano la mancata valutazione dell’impatto visivo dell’impianto da punti di osservazione strategici come i belvedere e le creste panoramiche di Viarigi, oltre alla sua prossimità alla Torre dei Segnali, un monumento storico simbolo del paese e vincolato a fini di conservazione.
L’ubicazione dell’impianto, inoltre, incide negativamente su aree destinate alla produzione di vini a denominazione di origine controllata (DOC) e a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), tra cui la prestigiosa Barbera d’Asti, aree che, secondo la legislazione regionale, dovrebbero essere preservate da interventi di produzione di energia fotovoltaica a terra.
Il conflitto si estende anche alla sfera dei diritti dei confinanti, con il proprietario agricolo che denuncia una limitazione dell’accesso al proprio terreno e una compromissione della propria attività agricola a causa della prossimità dell’impianto.
La richiesta del ricorso non si limita all’annullamento delle autorizzazioni, ma include la sospensione immediata dei lavori in corso, una verifica tecnica approfondita dell’impatto dell’intervento sul paesaggio protetto dall’UNESCO e il ripristino della libera circolazione su una strada vicinale, garantendo la tutela dei diritti dei proprietari adiacenti.
La vicenda solleva quindi interrogativi fondamentali sulla necessità di conciliare la transizione energetica con la salvaguardia del patrimonio culturale, paesaggistico e produttivo di un territorio di pregio, invitando a una riflessione più ampia sull’applicazione dei principi di sostenibilità e rispetto delle comunità locali nei progetti di sviluppo energetico.







