Il panorama automobilistico europeo, dopo anni di turbolenze post-pandemia e incertezze geopolitiche, mostra segnali contrastanti nel corso del 2025. Sebbene i volumi di vendita complessivi manifestino una resilienza apparente, con un leggero aumento a maggio (+1.9% rispetto al 2024, raggiungendo 1.113.194 veicoli) e una sostanziale stabilità nei primi cinque mesi dell’anno (+0.1%, pari a 5.572.458 unità), un’analisi più approfondita rivela dinamiche complesse e differenze significative tra i vari gruppi di costruttori.L’incremento, seppur modesto, sottolinea una graduale ripresa della domanda, probabilmente alimentata da una combinazione di fattori come la stabilizzazione dell’economia, la diminuzione delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento (sebbene persistano sfide legate alla carenza di microchip e materie prime critiche) e una crescente propensione all’acquisto di veicoli nuovi, incentivata anche da politiche governative a favore della transizione verso la mobilità elettrica. Tuttavia, la stagnazione dei primi cinque mesi evidenzia una certa cautela da parte dei consumatori, ancora influenzati dall’elevato costo del denaro e dall’incertezza economica generale.Un elemento cruciale da considerare è la performance differenziata dei singoli gruppi automobilistici. Il caso di Stellantis, leader di mercato, rappresenta un campanello d’allarme. Nonostante una quota di mercato che si attesta al 15,2% a maggio, il gruppo ha registrato un calo significativo delle vendite sia nel breve che nel medio termine. A maggio, le vendite sono diminuite del 3% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi cinque mesi del 2025 si è verificata una contrazione dell’8,4%, con 859.950 veicoli immatricolati contro i 939.062 del 2024. Questo andamento suggerisce una serie di problematiche specifiche, che potrebbero includere difficoltà nell’adattamento alla nuova domanda di veicoli elettrici, scelte strategiche di prodotto, o potenzialmente, una perdita di competitività rispetto ad altri marchi.L’analisi delle quote di mercato, inoltre, rivela cambiamenti più ampi nel panorama automobilistico europeo. L’aumento o la diminuzione di una quota di mercato di un costruttore, anche di pochi punti percentuali, può indicare una riorganizzazione delle preferenze dei consumatori, un’evoluzione delle strategie di pricing e di marketing, o l’impatto di nuovi modelli di mobilità, come il car sharing e la micromobilità. La transizione verso l’elettrico rimane un fattore determinante. I costruttori che riescono a offrire una gamma di veicoli elettrici attraenti, convenienti e tecnologicamente avanzati, e che investono in infrastrutture di ricarica, sono quelli destinati a prosperare nel lungo termine. La crescente attenzione alla sostenibilità e alla riduzione delle emissioni, sia da parte dei consumatori che dei governi, sta spingendo l’industria automobilistica verso un futuro sempre più elettrificato e connesso. Il successo dipenderà dalla capacità di innovazione, dalla flessibilità e dalla risposta alle mutevoli esigenze del mercato.
Auto in Europa: segnali contrastanti nel 2025
Pubblicato il
