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lunedì 27 Ottobre 2025

Barolo 2025: Annata Eccezionale dalle Langhe, un Tesoro UNESCO

La vendemmia 2025 nelle colline delle Langhe, patrimonio UNESCO e riconosciuto bene immateriale dell’umanità, si appresta a consegnare un Barolo di profilo eccezionale, come anticipano le analisi condotte dall’associazione Deditus, voce autorevole che dal 2011 raccoglie le esperienze di nove aziende vitivinicole di spicco: Azelia, Cordero di Montezemolo, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunetto e Vietti.

Il 2025 si configura come un anno particolarmente favorevole, un crocevia di condizioni ambientali che si sono rivelate perfette per l’espressione del Nebbiolo.

L’assenza di eventi climatici avversi significativi durante la stagione vegetativa ha permesso una maturazione lenta e regolare delle uve, culminando in un accumulo ottimale di zuccheri, acidità e, soprattutto, di polifenoli – i composti responsabili della struttura tannica, del colore e della longevità del Barolo.

Le analisi preliminari indicano un quadro di straordinaria qualità: le uve presentano un grado zuccherino bilanciato, consentendo di ottenere vini con una gradazione alcolica corretta, ma non eccessiva, elemento cruciale per preservare freschezza ed eleganza.
L’equilibrio tra acidità e polifenoli è particolarmente armonioso, promettendo vini capaci di un’estrazione morbida e un affinamento complesso, con la prospettiva di sviluppare una notevole evoluzione nel tempo.
Questa sinergia di fattori è rara e contribuisce a definire il potenziale di grandezza dell’annata.
Gianni Gagliardo, presidente di Deditus, sottolinea come il 2025 rappresenti un’ulteriore conferma del prestigio delle Langhe, non solo nel panorama enologico italiano, ma a livello globale.
L’annata si candida a rafforzare la reputazione della regione come fucina di vini di ineguagliabile qualità, testimonianza di un legame indissolubile tra tradizione, innovazione e rispetto per il terroir.

Il Barolo 2025, quindi, non è semplicemente un vino, ma un’ambasciatrice del paesaggio culturale e del lavoro appassionato di intere generazioni di viticoltori.
L’eredità del Barolo, intesa come espressione di un’identità territoriale unica, si rinnova e si proietta nel futuro.

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