L’analisi congiunturale recentemente condotta dall’Unione Industriale Biellese, basata sulle proiezioni degli operatori economici per il terzo trimestre del 2025, rivela un approccio caratterizzato da una cautela diffusa, frutto della crescente turbolenza del panorama geopolitico globale.
Questa riserva, espressa dagli imprenditori, non si configura come una contrazione acuta e improvvisa, tipica delle crisi economiche passate, bensì come una fase di sospensione strategica.
Il sentimento prevalente, come sottolinea il presidente dell’Uib, Paolo Barberis Canonico, riflette una profonda incertezza che incide direttamente sui modelli di consumo e sulle decisioni d’investimento.
Le aziende, di fronte a un futuro nebuloso, tendono a concentrare le risorse su esigenze immediate, posticipando progetti più ambiziosi e a lungo termine.
Questa dinamica di attesa, seppur non catastrofica, comporta un rallentamento del dinamismo economico e una compressione dei margini di crescita.
Il contesto del commercio internazionale emerge come un fattore di particolare vulnerabilità.
In un’epoca segnata da tensioni crescenti e rivalità economiche, la stabilità dei mercati dipende in maniera cruciale dalla capacità di gestire i conflitti attraverso il dialogo e la negoziazione.
La proliferazione di barriere tariffarie e non, lungi dal risolvere le problematiche sottostanti, rischia di innescare una spirale di ritorsioni che danneggerebbe tutti gli attori coinvolti.
L’auspicio, condiviso dall’Uib, è che si possa superare questa fase di incertezza, definendo un quadro regolatorio più chiaro e prevedibile.
Una volta stabilite le regole del gioco, con una riduzione delle distorsioni dovute a dazi e restrizioni commerciali, si potrebbe intravedere una maggiore stabilità e la possibilità di delineare prospettive di crescita più solide e durature.
La resilienza del tessuto industriale biellese, e più in generale italiano, sarà messa a dura prova dalla capacità di adattarsi a un contesto in rapida evoluzione e di promuovere un approccio collaborativo per affrontare le sfide comuni, mirando a un futuro di prosperità condivisa.
Il focus deve essere sulla diplomazia economica e sulla ricerca di soluzioni vantaggiose per tutti, privilegiando la cooperazione alla competizione distruttiva.