Trent’anni fa, l’8 novembre 1995, una data che segna l’alba di una nuova era per la finanza italiana, un evento apparentemente minore trasformò radicalmente il panorama degli investimenti.
Dalle sale dello Studio Segre, un portatile Echos Olivetti, un’icona dell’informatica personale dell’epoca, inviò un segnale pionieristico: il primo ordine di Borsa eseguito in Italia da un computer privato.
250 azioni Generali, scambiate a 36.000 lire l’una, viaggiarono attraverso un modem verso un mainframe As/400 situato negli uffici torinesi di Directa Sim, un broker che stava per ridefinire l’accesso ai mercati finanziari.
Questo “clic”, questa sequenza di bit che attraversò la rete, non fu solo un trasferimento di proprietà di azioni, ma l’atto di nascita del trading online in Italia, un catalizzatore per l’innovazione e la democratizzazione del capitale.
La visione di Massimo Segre, Mario Fabbri e Andrea Grinza, i fondatori di Directa Sim, era ambiziosa: abbattere le barriere tradizionali che separavano l’investitore privato dal mondo della finanza, restituendo potere e autonomia a chiunque desiderasse partecipare attivamente ai mercati.
Directa non voleva essere semplicemente un intermediario, ma un abilitatore, un ponte tra gli investitori e le opportunità offerte dalla Borsa.
La portata dell’innovazione di Directa si estese rapidamente.
Nel 1999, la società si distinse ulteriormente, diventando il primo broker mondiale a consentire la negoziazione in Borsa tramite connessione GSM.
Immaginate: la possibilità di monitorare quotazioni, analizzare grafici e inviare ordini direttamente da un Nokia 9000, un dispositivo all’avanguardia per l’epoca, un vero simbolo della mobilità finanziaria che stava per diventare realtà.
Oggi, Directa Sim, quotata su Euronext Growth Milan, testimonia il successo di quella visione pionieristica.
Gestisce annualmente oltre 5 milioni di ordini per una base clienti di oltre 120.000, con asset in gestione che superano gli 8 miliardi di euro.
La differenza tra il tempo necessario per eseguire un ordine trent’anni fa (quasi un minuto) e quello attuale (inferiore a un secondo) è una misura tangibile dell’evoluzione tecnologica e dell’efficienza che Directa ha contribuito a creare.
“Quando nel 1995 inviammo il primo ordine, non ci limitavamo a creare un broker,” ricorda Massimo Segre, presidente di Directa Sim.
“Volevamo distribuire potere e autonomia agli investitori.
Oggi, guardando i numeri, vedo che la nostra missione resta la stessa: togliere ostacoli, offrire strumenti semplici da utilizzare, incoraggiare la libertà di scelta.
“Andrea Busi, amministratore delegato di Directa Sim, aggiunge: “Il nostro obiettivo non è cambiato: rendere la finanza più vicina alle persone, semplice, trasparente e libera da barriere.
Abbiamo aperto una porta, e siamo orgogliosi di aver contribuito a costruire un futuro finanziario più accessibile e democratico.
” La rivoluzione iniziata con quel singolo ordine del 1995 continua a plasmare il panorama finanziario italiano, ridefinendo il rapporto tra gli investitori e i mercati.







