lunedì 15 Settembre 2025
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Incentivi auto: un sistema controproducente e inefficace

L’attuale sistema di incentivi all’acquisto di veicoli, come evidenziato dal presidente di Federauto, Massimo Artusi, si rivela un meccanismo controproducente che, anziché stimolare un reale cambiamento nel settore automobilistico, genera incertezza e distorsioni nel mercato.
Lungi dall’accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile, il proliferare di vincoli e limitazioni ne compromette l’efficacia e alimenta una frustrazione diffusa tra consumatori e operatori del settore.
L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato come gli incentivi, strutturati attorno a requisiti complessi come limiti di reddito (Isee), obblighi di rottamazione, residenza in aree specifiche e punteggi ecologici derivati da modelli stranieri (Eco-score francese), creino una barriera all’accesso che ne riduce significativamente l’impatto.
Queste condizioni restrittive, innescate da logiche burocratiche e spesso poco chiare, finiscono per scoraggiare potenziali acquirenti e creano una situazione di attesa e incertezza che danneggia l’intero ecosistema automotive.

L’effetto domino di queste dinamiche si traduce in picchi di produzione e conseguenti periodi di carenza, generando squilibri nell’offerta e nella domanda e minando la stabilità del mercato.

La specializzazione verso veicoli elettrici, incoraggiata dagli incentivi, pur essendo un obiettivo desiderabile, rischia di accentuare queste problematiche se non accompagnata da una visione sistemica che consideri l’evoluzione complessiva del parco circolante.

Le proiezioni attuali, che prevedono un incremento marginale della quota di veicoli elettrici (dal 5% al 6%), suggeriscono che l’investimento di risorse considerevoli (597 milioni di euro) non si tradurrà in un cambiamento sostanziale.
Considerando che l’erogazione totale di questi fondi permetterebbe la sostituzione di circa 38.000 veicoli, una cifra irrisoria se rapportata al parco circolante nazionale, composto da quasi 41 milioni di auto, emerge chiaramente l’inadeguatezza di questa strategia.

Un approccio più efficace dovrebbe concentrarsi sull’eliminazione delle distorsioni del mercato, favorendo un quadro normativo chiaro e stabile che incentivi l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale senza imporre limiti artificiosi e penalizzanti per i consumatori.
Invece di focalizzarsi su misure palliative, sarebbe auspicabile investire in infrastrutture di ricarica capillari, promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie alternative e incentivare la transizione verso una mobilità multimodale, che integri soluzioni di trasporto pubblico, mobilità condivisa e veicoli a basse emissioni, garantendo così un impatto duraturo e positivo sull’ambiente e sull’economia.

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