Italdesign: Salvare un’eccellenza italiana, la sfida è aperta.

L’incertezza aleggia sul futuro di Italdesign, un’eccellenza del Made in Italy che rischia di cambiare proprietà, ma una potenziale soluzione, sebbene ancora in fase di valutazione, emerge all’orizzonte.

La complessità della situazione richiede un’analisi approfondita e un intervento tempestivo da parte del governo, consapevole del valore strategico dell’azienda per il tessuto industriale nazionale.
L’offerta di una cordata italiana, guidata da Cassa Depositi e Prestiti e affiancata dal gruppo automotive Adler, rappresenta un’alternativa interessante alla prospettiva di una cessione a Ust, multinazionale indiano-americana.

Si tratta di un’operazione che potrebbe significare il mantenimento di un controllo, seppur parziale, sul destino di un’icona del design italiano.

A capo dell’iniziativa, l’imprenditore Giancarlo Tonelli ha sapientemente orchestrato un team di figure apicali, espressione di un profondo know-how industriale.
La presenza di Amedeo Felisa, figura di spicco con un curriculum vitae costellato di successi in Ferrari, Aston Martin e Marelli, e di Eugenio Razelli, veterano di Fiat e Marelli, conferisce alla cordata una credibilità e un’esperienza senza pari.

Il supporto finanziario del milanese Massimo Pavan completa il quadro, segnalando un impegno concreto e una solida base economica.
Il piano industriale delineato dalla cordata non si limita alla mera acquisizione, ma progetta una vera e propria trasformazione strategica.
L’investimento previsto, compreso tra i 120 e i 200 milioni di euro, mira a potenziare la struttura aziendale, diversificare il portafoglio clienti e estendere l’attività in settori ad alto valore aggiunto come l’aerospazio e la nautica.

Al centro del piano risiede l’imperativo di salvaguardare l’occupazione, proteggendo i 3.000 posti di lavoro diretti e indiretti, e di ambire a un fatturato di un miliardo di euro, triplicando il dato attuale.

La cordata ha già formalizzato la propria proposta ai vertici tedeschi di Volkswagen, sollecitando l’intervento del Ministro Urso e la mobilitazione del meccanismo del Golden Power.
Quest’ultimo, strumento cruciale a disposizione del governo, permetterebbe di valutare e, se necessario, limitare le operazioni di controllo da parte di soggetti stranieri, garantendo così la preservazione dell’interesse nazionale.
L’auspicio è che questa iniziativa possa concretizzarsi, assicurando a Italdesign un futuro solido e radicato nel territorio italiano, preservando al contempo le competenze e la creatività che la contraddistinguono a livello globale.
La posta in gioco è alta: si tratta di difendere un patrimonio industriale e culturale inestimabile, simbolo della capacità italiana di innovare e competere nel mondo.

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