sabato 2 Agosto 2025
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Mercato auto: calo immatricolazioni e incertezza nel 2025

Il mercato automobilistico italiano di luglio 2025 rivela un quadro di rallentamento, con 118.493 vetture immatricolate, segno di una diminuzione del 5,11% rispetto allo stesso mese del 2024.
Questo andamento negativo si proietta anche sui primi sette mesi dell’anno, che registrano un totale di 973.396 immatricolazioni, inferiore del 3,75% rispetto allo stesso periodo del 2024.
La contrazione non è un fenomeno isolato, ma riflette una tendenza più ampia che sta interessando il settore automotive a livello nazionale ed europeo.
All’interno di questo scenario, Stellantis, uno dei principali attori del mercato, ha immatricolato 30.797 auto nel mese di luglio, con un calo del 12,1% rispetto al 2024.

La quota di mercato del gruppo si attesta al 26%, in diminuzione rispetto al 28,1% del periodo precedente.

Nei primi sette mesi dell’anno, le immatricolazioni Stellantis si attestano a 281.454 unità, un calo significativo dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Questa riduzione della quota di mercato suggerisce una crescente competizione da parte di altri produttori, inclusi quelli che offrono alternative ai modelli tradizionali.
Le previsioni del Centro Studi Promotor indicano un totale di 1.456.070 immatricolazioni per l’intero 2025, un valore inferiore sia rispetto al 2024 che al 2019, quest’ultimo anno considerato di riferimento per il settore pre-pandemia.
La contrazione prevista, pari al 6,6% rispetto al 2024 e al 24% rispetto al 2019, emerge come particolarmente severa, superando persino il calo medio registrato nel primo semestre del mercato europeo rispetto al 2019 (-19,1%).
Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, individua nella rigidità della politica europea volta a imporre la transizione verso l’auto elettrica come unica soluzione ammissibile per le immatricolazioni successive al 2035, la causa principale di questa situazione di crisi.
Questa linea di condotta, percepita come eccessivamente dogmatica, sembra aver soffocato l’innovazione e creato incertezza nel mercato.

Le recenti aspettative di un cambio di rotta nella governance europea, che avrebbero potuto favorire una revisione della politica auto, si sono rivelate vane, preannunciando conseguenze economiche potenzialmente significative per il settore.
La rigidità delle normative europee, che limitano la diversificazione delle opzioni disponibili per i consumatori, sta creando un clima di incertezza che penalizza l’intero comparto automobilistico italiano e, più in generale, quello europeo.
L’assenza di alternative flessibili e la pressione esercitata dall’obbligo di elettrificazione forzata rischiano di compromettere la vitalità del settore e la capacità di rispondere alle reali esigenze del mercato.

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