Il Piemonte si proietta verso il 2025 con un’economia che, pur mostrando segnali di ripresa, si confronta con una transizione profonda e complesse sfide strutturali. Il rapporto “Piemonte Economico Sociale 2025” di Ires Piemonte delinea un quadro di resilienza, ma anche di necessità urgenti di indirizzo strategico.Nel 2024, il Prodotto Interno Lordo regionale ha registrato un incremento dello 0,6%, sostenuto da una manifattura che, pur evidenziando difficoltà nel settore automotive – un comparto cruciale per il tessuto industriale piemontese – ha mostrato una relativa tenuta complessiva. Il terziario avanzato, in particolare il turismo e i servizi logistici, ha contribuito in maniera significativa a questo risultato, testimoniando la capacità di adattamento e diversificazione dell’economia locale. Anche il settore primario, l’agricoltura, ha contribuito positivamente alla crescita. L’occupazione ha segnato un aumento del 2,3%, corrispondente a circa 110.000 nuovi occupati rispetto al periodo di crisi pandemica, e il tasso di disoccupazione si è attestato al 5,4%, un dato inferiore alla media nazionale, indicando un mercato del lavoro in relativa dinamicità.Le previsioni per il biennio 2025-2026 prospettano una crescita più contenuta (+0,5%), ma si prevede una stabilizzazione del mercato del lavoro. Questo scenario si colloca nel contesto di una trasformazione radicale del sistema produttivo piemontese. La tradizionale vocazione automotive, pur rimanendo significativa, convive con l’emergere e lo sviluppo di settori ad alto valore aggiunto: aerospazio, microelettronica, biomedicale e servizi ad alta intensità di conoscenza, che attraggono investimenti e competenze specializzate. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si conferma uno strumento fondamentale per accelerare questo processo di cambiamento, indirizzando risorse verso infrastrutture, digitalizzazione, formazione professionale e ricerca scientifica.Tuttavia, il Piemonte non può ignorare le fragilità intrinseche che ne limitano il potenziale. La popolazione, pur registrando una leggera ripresa grazie all’immigrazione internazionale, continua a confrontarsi con le conseguenze dell’invecchiamento demografico e, soprattutto, con l’emigrazione di giovani qualificati, un fenomeno che impoverisce il capitale umano regionale. Si osserva una diminuzione del numero di NEET (Not in Education, Employment or Training), ma persistono disuguaglianze nell’accesso all’istruzione e a opportunità sociali, che richiedono interventi mirati per garantire una crescita inclusiva.Sul fronte sanitario, l’aumento della speranza di vita (83,4 anni) è un dato positivo, ma la progressiva riduzione della speranza di vita in buona salute (59 anni) solleva preoccupazioni rilevanti. Questo fenomeno è strettamente legato al peggioramento degli stili di vita e all’aumento dei disturbi psichici, in particolare tra i giovani e le donne, un segnale di disagio sociale che necessita di risposte immediate e innovative. Il sistema sanitario regionale continua a garantire livelli di assistenza elevati, ma è indispensabile una profonda rimodulazione dei servizi, orientata a rispondere in modo efficace e tempestivo alle mutevoli esigenze della popolazione. L’implementazione di tecnologie avanzate, resa possibile dagli investimenti del Pnrr, consentirà di migliorare significativamente la presa in carico dei pazienti, promuovendo un modello di cura più personalizzato e proattivo. In sintesi, il futuro del Piemonte si gioca sulla capacità di integrare crescita economica, progresso sociale e sostenibilità ambientale, affrontando le sfide demografiche, sanitarie e educative con una visione strategica e un impegno costante.
Piemonte 2025: tra ripresa, sfide e nuove opportunità.
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