Il Piemonte consolida la sua leadership indiscussa nel panorama apistico italiano con un significativo investimento di quasi due milioni di euro, destinato a sostenere il settore e a valorizzare la produzione mielaria locale. Questa decisione, formalizzata dall’Assessorato all’Agricoltura, conferma il ruolo primario della regione, che vanta un tessuto apistico particolarmente florido e un peso rilevante a livello nazionale.I dati aggiornati al 2024 dell’Anagrape Apistica Nazionale rivelano la forza di questo comparto: con circa 215.000 alveari censiti, il Piemonte rappresenta il 12,5% del totale nazionale, un dato che lo posiziona inequivocabilmente al primo posto. L’attività coinvolge 7.156 apicoltori, un numero considerevole che testimonia la vitalità del settore. In termini di produzione, il Piemonte si attesta come primo produttore di miele in Italia, con 3.215 tonnellate prodotte nel 2024 su un totale nazionale di 21.850.L’impegno economico della Regione Piemonte è supportato da una combinazione strategica di risorse europee (70% provenienti dal FEAGA – Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) e nazionali (30%), dimostrando un approccio integrato per la sostenibilità e la crescita del settore.L’apicoltura piemontese non si limita a essere un’attività produttiva di eccellenza, ma riveste un ruolo cruciale per la salvaguardia della biodiversità, contribuendo attivamente alla valorizzazione di territori spesso marginali e difficilmente accessibili. L’assessore Paolo Bongioanni sottolinea come il miele piemontese, con le sue qualità organolettiche uniche e la sua diversità aromatica, rappresenti un prodotto agroalimentare di pregio, espressione del legame indissolubile tra territorio, tradizione e innovazione, da promuovere con orgoglio in Italia e all’estero.La struttura del settore apistico piemontese riflette una varietà di approcci e professionalità: circa il 37% degli apicoltori sono operatori professionali, mentre il restante 63% sono apicoltori amatoriali, animati dalla passione per le api e dal desiderio di contribuire alla tutela dell’ambiente. La concentrazione degli apicoltori è particolarmente marcata nelle province di Torino (35% del totale) e Cuneo (26,5%), aree caratterizzate da una ricca varietà di flora e paesaggi suggestivi. Un elemento distintivo dell’apicoltura piemontese è la prevalenza della conduzione nomade rispetto a quella stanziale, una pratica che permette agli apicoltori di sfruttare al meglio le diverse fioriture e di adattarsi alle condizioni ambientali variabili.L’innovazione introdotta nel bando 2025, con un contributo dedicato di 150.000 euro per l’alimentazione di soccorso, dimostra una sensibilità particolare verso le sfide che il settore deve affrontare. Questa misura di supporto mira a proteggere le colonie apistiche in periodi di siccità prolungata o eventi meteorologici estremi, circostanze che possono compromettere drasticamente la disponibilità di risorse alimentari e mettere a rischio la sopravvivenza delle api. Questa iniziativa sottolinea l’importanza di un approccio proattivo e lungimirante per garantire la resilienza e la sostenibilità dell’apicoltura piemontese, custode di un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore.
Piemonte al primo posto: 2 milioni per il miele e la biodiversità.
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