Piemonte: ripresa industriale fragile, tra incertezza e innovazione.

Il terzo trimestre del 2025 ha delineato un quadro contrastante per l’industria manifatturiera piemontese, segnando una ripresa produttiva che, tuttavia, convive con un persistente clima di incertezza.

L’Indagine Congiunturale Unioncamere Piemonte rivela un aumento del 2,5% della produzione industriale rispetto al terzo trimestre del 2024, un dato incoraggiante che tuttavia non si traduce in una piena fiducia da parte degli operatori.
La crescita acquisita per l’intero anno, calcolata ipotizzando una stagnazione nel quarto trimestre, si attesta allo 0,7%, un valore che richiede un’attenta monitorizzazione.

Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, sottolinea come l’indice di fiducia, rimanendo al di sotto della soglia psicologica dei 100 punti, rifletta una cautela diffusa, alimentata da fattori geopolitici e macroeconomici globali.
La necessità di accelerare l’adozione di tecnologie avanzate – dal 4.0 al nascente 5.0 – emerge come imperativo strategico per le imprese piemontesi, al fine di migliorare la competitività e affrontare le sfide del futuro.
Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, enfatizza l’importanza di un supporto mirato alle Piccole e Medie Imprese (PMI), propulsore fondamentale per l’economia regionale.

Questo supporto deve concentrarsi su tre pilastri fondamentali: la trasformazione digitale, la transizione verso modelli di produzione sostenibili e l’espansione verso nuovi mercati internazionali.
La sostenibilità, in particolare, non è più un’opzione, ma un requisito imprescindibile per garantire la resilienza e la crescita a lungo termine delle imprese.
Il settore dei trasporti, con un incremento tendenziale del 6,2%, si distingue come il più performante, trainato principalmente dall’eccellente andamento dell’aerospazio.
In contrasto, i settori automotive e della componentistica hanno subito contrazioni, riflettendo le difficoltà del mercato globale.
Le industrie alimentari e delle bevande continuano a registrare risultati positivi, con una crescita dell’output del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a testimonianza della solidità del comparto agroalimentare piemontese.

L’unico segnale negativo giunge dal settore legno-arredo, penalizzato da dinamiche di domanda in evoluzione e dalla concorrenza internazionale.

Un’analisi più approfondita rivela che le imprese di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti) hanno contribuito in modo significativo alla crescita complessiva, registrando un incremento del 6,7%.

Questo dato suggerisce una maggiore capacità di investimento e una maggiore resilienza da parte delle aziende più strutturate.
Stefano Cappellari, Direttore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, evidenzia come le imprese piemontesi dimostrino una notevole capacità di adattamento e di investimento, nonostante un contesto internazionale ancora complesso.

Questa resilienza è fondamentale per affrontare le incertezze e cogliere le opportunità che emergono.

A livello provinciale, tutte le province piemontesi hanno mostrato un andamento positivo o una tenuta dei livelli produttivi.

La provincia di Torino si distingue per la performance migliore, con un incremento della produzione industriale del 3,6%.
Questo dato sottolinea il ruolo centrale di Torino come motore dell’economia regionale e come polo di innovazione e sviluppo.
L’analisi congiunturale suggerisce che, pur con margini di miglioramento, il tessuto industriale piemontese presenta segnali di vitalità e potenziale di crescita, a condizione che si investa in innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione.

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