lunedì 28 Luglio 2025
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Spumante italiano a rischio: la normativa da rivedere

La discussione sull’identità e la denominazione di uno spumante italiano si è riaccesa, evidenziando una lacuna normativa che rischia di svilire il valore del lavoro dei viticoltori nazionali e confondere il consumatore.

Coldiretti Cuneo ha sollevato un problema cruciale: la possibilità, permessa dalla legislazione attuale, di etichettare come “italiano” uno spumante prodotto con uve di origine straniera, in particolare spagnola, e successivamente spumantizzato sul territorio italiano.
Questa pratica, apparentemente tecnica, cela implicazioni profonde che trascendono la mera conformità a una legge.

Si tratta, a tutti gli effetti, di una diluizione del concetto stesso di “spumante italiano”, un prodotto legato indissolubilmente al terroir, alla tradizione vitivinicola secolare e alla dedizione dei produttori.

L’attuale normativa, sebbene formalmente corretta, non tiene conto del legame imprescindibile tra l’origine delle uve e l’identità del prodotto finale.
Il rischio è duplice: da un lato, si penalizza il lavoro di coloro che, con sacrificio e competenza, coltivano le proprie vigne e vinificano uve italiane, investendo nella qualità e nell’esaltazione delle peculiarità del nostro territorio.
Dall’altro, si genera confusione nel consumatore, che potrebbe essere indotto ad acquistare un prodotto percepito come “italiano” per tradizione e caratteristiche, ma che in realtà è il risultato di una filiera produttiva frammentata e priva di autentica identità locale.

La questione si complica ulteriormente quando si considerano i mercati internazionali, in particolare quello statunitense.
Qui, si riscontra una pratica, seppur non sempre esplicitamente illegale, di commercializzazione di bevande che, pur non avendo nulla a che vedere con gli spumanti italiani, vengono presentate con nomi evocativi dei nostri territori e vitigni autoctoni, adottando persino formati di bottiglia e packaging simili.

Questa “imitazione” diluisce l’immagine del prodotto italiano, svuotandola di significato e danneggiando la reputazione dei produttori autentici.
La richiesta di Coldiretti Cuneo non è un mero esercizio di protezionismo, ma una rivendicazione di correttezza e trasparenza nei confronti del consumatore.
Si tratta di definire con maggiore rigore i criteri di italianità di uno spumante, rafforzando il legame tra l’origine delle uve, le tecniche di vinificazione e la denominazione del prodotto.
È necessario un dibattito costruttivo, che coinvolga istituzioni, produttori e associazioni di categoria, per trovare una soluzione che tuteli il patrimonio vitivinicolo italiano e garantisca ai consumatori un’informazione precisa e completa, preservando così l’integrità e il valore distintivo degli spumanti italiani.
L’identità di un prodotto non si esaurisce in una mera operazione tecnica, ma risiede nella sua storia, nel suo territorio e nella passione di chi lo produce.

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