A settembre 2025, l’analisi dei prezzi al consumo condotta dall’Ufficio Statistica del Comune di Torino rivela un quadro complesso dell’andamento inflattivo, con l’indice NIC complessivo che si attesta a 121,1.
Questo valore, pur segnalando una lieve flessione dello 0,2% rispetto ad agosto, evidenzia un incremento dell’1,5% se confrontato con lo stesso mese dell’anno precedente, un tasso tendenziale che necessita di un’attenta disamina.
L’evoluzione dei prezzi si articola in segmenti distinti in base alla frequenza di acquisto.
I beni ad alta rotazione, che costituiscono una porzione significativa della spesa familiare, registrano una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 2,4% su base annuale, suggerendo una pressione deflazionistica temporanea compensata da un aumento di lungo periodo.
I beni a media frequenza, pilastro della quotidianità, mostrano una diminuzione dello 0,5% sul mese e un incremento del 1,5% sull’anno, indicando una moderazione dell’aumento dei costi che, tuttavia, rimane presente.
Un quadro differente emerge per i beni a bassa frequenza, caratterizzati da una variazione positiva dello 0,2% sul mese e una diminuzione dello 0,1% sull’anno, un segnale che potrebbe riflettere l’effetto ritardato di precedenti aumenti o variazioni stagionali.
Se si considera la tipologia di beni, si registra una diminuzione dello 0,1% congiunturale, contro un aumento dello 0,7% tendenziale.
L’andamento dei beni alimentari è particolarmente rilevante, con una diminuzione dello 0,8% sul mese, ma un incremento significativo del 3,1% sull’anno, un fattore che incide pesantemente sul potere d’acquisto delle famiglie.
I beni energetici, un elemento cruciale nell’inflazione complessiva, mostrano un lieve aumento dello 0,2% sul mese, contro una contrazione del 2,8% sull’anno, un andamento che rispecchia la volatilità del mercato energetico internazionale.
I tabacchi, pur mantenendo stabilità mensile, registrano un aumento del 3,2% su base annua.
Gli altri beni mostrano una modesta crescita, sia congiunturale (0,2%) che tendenziale (0,4%).
Il settore dei servizi presenta un quadro ancora più variegato.
Si registra una diminuzione dello 0,6% su base mensile, ma un aumento del 2,5% su base annuale.
I servizi relativi all’abitazione, elemento essenziale per la stabilità economica delle famiglie, si mantengono fermi sul mese, ma registrano un aumento del 2,6% su base annua.
I servizi di comunicazione mostrano una diminuzione dello 0,2% sul mese e una lieve contrazione dello 0,1% sull’anno.
I servizi ricreativi, culturali e legati alla cura della persona mostrano un aumento dello 0,1% sul mese e un incremento più marcato del 4,3% sull’anno, un dato che può indicare una ripresa della domanda di servizi non essenziali.
I servizi di trasporto subiscono una contrazione significativa dello 3,8% sul mese, ma un aumento del 2,2% sull’anno, probabilmente influenzati da fattori stagionali e variazioni dei costi del carburante.
Infine, i servizi vari mostrano una crescita contenuta, sia congiunturale (0,1%) che tendenziale (0,6%).
L’inflazione di fondo, escludendo la componente energetica e quella degli alimentari freschi, fornisce un’indicazione più precisa delle dinamiche di fondo dell’economia, registrando un calo dello 0,3% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base tendenziale.
Questo dato suggerisce una moderazione delle pressioni inflazionistiche sottostanti, ma non esclude la necessità di un monitoraggio costante per evitare riprese in futuro.
L’analisi complessiva del quadro inflattivo torinese a settembre 2025 richiede un’interpretazione accurata, tenendo conto delle peculiarità settoriali e delle dinamiche di lungo periodo che influenzano il potere d’acquisto delle famiglie e la stabilità economica del territorio.








