Gianluca Bocca è scomparso: un esempio di resilienza e solidarietà

La comunità del Chivassese è stata scossa da una perdita improvvisa e dolorosa: Gianluca Bocca, figura carismatica e pilastro dell’associazione Angelo Biondo, si è spento all’età di 56 anni.

Macellaio di Casabianca di Verolengo, Gianluca ha incarnato un esempio di resilienza e impegno sociale, trasformando il lutto per la perdita del figlio Stefano in un’eredità di solidarietà e speranza per il futuro.
Secondo le prime informazioni, Gianluca è stato colto da un malore nella sua abitazione domenica 23 novembre.
L’intervento tempestivo del 118, con un’ambulanza medicalizzata della Croce Rossa di Chivasso, purtroppo non è stato sufficiente.

La moglie, Laura Salvetti, sua compagna di vita e di impegno civile, ha lanciato l’allarme, testimoniando la profonda connessione che li univa.
La storia di Gianluca e Laura è intrinsecamente legata a quella di Stefano, figlio straordinario strappato prematuramente alla vita.
Stefano, appassionato di musica, motori e giornalismo, ha affrontato fin dalla nascita sfide di salute inaspettate.

La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia, ma la sua memoria è stata onorata attraverso la nascita dell’associazione Angelo Biondo, che ha come scopo primario il sostegno alla comunità e l’assistenza sanitaria pediatrica.
L’associazione, nata dal desiderio di trasformare il dolore in azione positiva, ha costantemente supportato l’ospedale di Chivasso con donazioni e iniziative, collaborando attivamente con altre realtà territoriali, come gli Alpini.

L’impegno si concretizza anche attraverso iniziative di raccolta fondi, come l’ultima, “Festeggia il Natale con un regalo solidale,” volta a finanziare progetti specifici per il reparto di pediatria, con un obiettivo di 10.000 euro.
Questo include l’acquisto di una sonda per esami audiometrici e l’ampliamento del sistema di telemetria precedentemente donato.
La storia di Gianluca e della sua famiglia è narrata nel libro “Diversamente Fortunati”, pubblicato nel 2019 ma scritto undici anni prima.
Il libro è una riflessione intima sul percorso affrontato al fianco di Stefano, un racconto di coraggio, amore e decisioni difficili, spesso in contrasto con le indicazioni mediche, guidate dalla volontà di preservare la dignità e la felicità del figlio.
Attraverso il libro, Gianluca ha voluto esplorare le proprie emozioni, i propri dubbi e il profondo legame che lo univa a Stefano, un rapporto basato sulla sincerità e sulla condivisione, dove Stefano era partecipe delle decisioni e delle terapie.
Il libro è anche una collezione di lettere scritte a Stefano, messaggi di conforto e di incoraggiamento, che hanno contribuito a rafforzare il legame tra padre e figlio.

Il titolo “Diversamente Fortunati” riflette la visione ottimistica di Gianluca, convinto che Stefano non fosse sfortunato, ma “diversamente fortunato” per aver vissuto esperienze uniche e per aver lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto.
La sua storia è un inno alla vita, alla speranza e alla capacità di trasformare il dolore in un motore di cambiamento e di solidarietà.
La scomparsa di Gianluca lascia un vuoto incolmabile, ma il suo esempio continuerà a ispirare la comunità del Chivassese a perseguire la strada della speranza e della generosità.

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