Un’onda di profanazione sta attraversando i cimiteri del Piemonte, sollevando un coro di sgomento e indignazione tra i cittadini e le famiglie che custodiscono la memoria dei propri cari.
Non si tratta di semplici furti, ma di un’offesa alla dignità dei defunti e al dolore dei vivi, un’aberrazione che incrina il senso di comunità e sicurezza.
A Chivasso, in un clima già carico di emozioni legate alle festività natalizie, il cimitero comunale è stato teatro di una razzia di fiori, strappati con crudeltà dalle tombe e dai loculi.
Questi fiori, spesso scelti con cura e significato, rappresentano un gesto di affetto, un’offerta silenziosa di conforto e ricordo.
La loro sparizione lascia un vuoto tangibile, una ferita inattesa per chi ha perso una persona cara.
La situazione si ripete, con modalità simili, nel cimitero privato di San Grisante, a Crescentino.
Qui, il bersaglio dei malviventi sono i portavasi di plastica, elementi apparentemente insignificanti, ma essenziali per la cura e l’estetica delle tombe, specialmente quelle più datate.
La sostituzione di questi portavasi, spesso difficili da reperire nelle dimensioni corrette a causa dell’età delle sepolture, rappresenta un onere aggiuntivo per i parenti, già gravati dal dolore e dalla responsabilità di mantenere vivo il ricordo dei propri cari.
Questi atti vandalici non sono semplici reati contro il patrimonio, ma colpiscono il tessuto emotivo delle comunità.
Sono un’offesa alla sacralità del luogo, un gesto di profanazione che turba la quiete dei defunti e il dolore dei vivi.
La denuncia da parte dei cittadini è unanime: è necessario un cambio di mentalità, un ritorno al rispetto dei luoghi sacri e della memoria di coloro che non ci sono più.
Le amministrazioni locali, chiamate a rispondere, sono sotto pressione per rafforzare i controlli e implementare misure di sicurezza più efficaci.
Telecamere di sorveglianza, illuminazione potenziata e un presidio più costante da parte delle forze dell’ordine potrebbero rappresentare un primo passo per dissuadere i malintenzionati.
Ma la soluzione più efficace, forse, risiede nella sensibilizzazione e nell’educazione.
Promuovere una cultura del rispetto, della memoria e della solidarietà è fondamentale per contrastare fenomeni di questa natura e per restituire ai cimiteri il ruolo di luoghi di pace e di riflessione, custodi inviolabili del ricordo e dell’affetto.
La collaborazione tra cittadini, amministrazioni e forze dell’ordine è essenziale per riconquistare la serenità e la sicurezza che questi luoghi meritano.







