L’emergenza sicurezza nelle aree rurali del nostro territorio non costituisce una novità storica, ma i recenti eventi hanno inevitabilmente riacceso un dibattito urgente e complesso.
Non si tratta, a detta delle autorità, di un’ondata di criminalità paragonabile a precedenti periodi, tuttavia, la sensazione di precarietà che serpeggia tra i residenti è palpabile e richiede un’attenzione immediata e strutturale.
Il caso di Mara, commerciante di Tonengo, incarna una vulnerabilità diffusa.
Durante una consegna a domicilio, un servizio essenziale per supportare la popolazione anziana e isolata, la sua borsa è stata sottratta in pieno giorno.
L’apparente serenità di una strada secondaria, via Rondissone, si è rivelata una trappola, un invito per malintenzionati che sfruttano la fiducia e la routine dei residenti.
L’episodio sottolinea una problematica più ampia: la difficoltà di conciliare la necessità di servizi di prossimità con la garanzia della sicurezza personale, soprattutto in contesti caratterizzati da una dispersione demografica e una carenza di risorse dedicate alla prevenzione.
La segnalazione di una Fiat Punto bianca, avvistata ripetutamente nei dintorni delle frazioni, si configura come un elemento di crescente preoccupazione.
Non si tratta solo di un’auto sospetta; è il simbolo di una percezione di insicurezza che si alimenta di voci e di tentativi di furto in aree come via Bussolata a Tonengo.
Questa dinamica evidenzia come la criminalità non rispetti i confini geografici o le barriere sociali, infiltrandosi anche in comunità dove la conoscenza reciproca dovrebbe garantire una maggiore protezione.
La testimonianza di una residente di Tonengo esprime un sentimento diffuso: la paura.
La necessità di ronde, soprattutto durante i mesi invernali, quando l’oscurità offre copertura ideale, è diventata imperativa.
La vulnerabilità degli anziani, spesso soli e privi di capacità di reazione immediata, è un fattore di rischio che non può essere ignorato.
Questi eventi ci costringono a riflettere sulla nostra concezione di sicurezza e sulla necessità di abbandonare l’illusione che le aree rurali siano immuni alla criminalità.
L’assenza di una presenza costante delle forze dell’ordine, la dispersione abitativa e la progressiva perdita di legami sociali creano un terreno fertile per attività illecite.
È necessario un approccio integrato che coinvolga le istituzioni, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato e i cittadini stessi.
Questo implica non solo un aumento dei controlli, ma anche la promozione di iniziative di sensibilizzazione, la creazione di reti di supporto reciproco e il rafforzamento del senso di comunità, elementi fondamentali per riconquistare la fiducia e la serenità dei residenti.
La sicurezza non è solo una questione di ordine pubblico, ma un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti, senza distinzioni geografiche o sociali.







