
Nel cuore dei campi di Castello d’Agogna, presso il prestigioso Centro Ricerche sul Riso dell’Ente Nazionale Risi, si è compiuto un passo significativo per il futuro della risicoltura italiana.
Martedì 30 settembre ha segnato la raccolta del frutto di una pionieristica sperimentazione: la prima applicazione in campo italiano di piante di riso potenziate attraverso le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA).
Questo evento, lungi dall’essere una mera dimostrazione agricola, rappresenta un approccio innovativo e potenzialmente trasformativo per la produzione di riso, distinto dalle controversie associate agli Organismi Geneticamente Modificati (OGM).
Le TEA, a differenza degli OGM, non implicano l’introduzione di DNA estraneo nel genoma vegetale.
Si tratta di sofisticate metodologie della biologia molecolare che permettono di intervenire in modo preciso, rapido ed efficiente su specifiche sequenze del DNA della pianta, correggendo, modificando o silenziando geni esistenti.
Questo processo, paragonabile a un “editing” genetico, accelera i tempi e la precisione del miglioramento genetico, superando i limiti del breeding tradizionale.
La cerimonia di raccolta ha visto la partecipazione di figure chiave del panorama risicolo italiano, tra cui Natalia Bobba, Presidente dell’Ente Nazionale Risi, Filip Haxhari, responsabile del settore miglioramento genetico del Centro Ricerche, e Vittoria Brambilla, rinomata ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano, insieme al collega Fabio Fornara, che da anni guidano un gruppo di ricerca all’avanguardia nello studio e nell’applicazione delle TEA.
L’obiettivo primario di questa ricerca è la creazione di varietà di riso più resistenti al brusone, un patogeno fungino che costituisce una sfida crescente per i risicoltori, riducendo significativamente le rese e compromettendo la qualità del prodotto.
Tuttavia, le potenzialità delle TEA vanno ben oltre la sola resistenza al brusone.
Queste tecniche offrono la possibilità di ottimizzare una vasta gamma di caratteristiche bio-morfologiche, incrementando la produttività, la resilienza e l’adattabilità delle piante di riso.
Un aspetto cruciale è la capacità di sviluppare varietà che richiedono minori input di risorse, come acqua e fertilizzanti, contribuendo a una produzione più sostenibile e a un minore impatto ambientale.
In sintesi, le TEA promettono di accelerare il processo di creazione di varietà di riso “personalizzate” per affrontare le sfide specifiche del cambiamento climatico e delle crescenti pressioni agricole.
La sperimentazione in corso ha suscitato un vivo interesse anche a livello europeo.
Una delegazione della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha visitato il Centro Ricerche dell’Ente Nazionale Risi, testimoniando in prima persona come le TEA possano generare modifiche genetiche equiparabili a quelle derivanti da mutazioni spontanee o ottenute attraverso i metodi di miglioramento genetico convenzionali.
“Crediamo fermamente che l’innovazione, anche attraverso queste evoluzioni, sia fondamentale per mantenere la risicoltura un’eccellenza italiana,” ha affermato la Presidente Bobba, sottolineando come le TEA possano offrire ai risicoltori strumenti più efficaci per contrastare il brusone, una minaccia sempre più difficile da affrontare con le tecniche tradizionali.
In definitiva, le Tecniche di Evoluzione Assistita rappresentano una promessa di resilienza e sostenibilità per la risicoltura italiana, aprendo nuove prospettive per un futuro agricolo più efficiente e rispettoso dell’ambiente.




