L’intensa ondata di grandinate che ha colpito il Piemonte nelle ultime ore ha inferto un duro colpo al settore agricolo, esacerbando le fragilità già presenti in un contesto agroclimatico sempre più complesso. Coldiretti Torino, in una comunicazione ufficiale, ha quantificato i danni, particolarmente significativi nelle aree del Canavese e del Pinerolese, aree tradizionalmente vitali per la produzione agricola regionale.L’impatto è variegato e diffuso. Nella fertile pianura Ivrea, cuore della produzione di mais, le colture sono state letteralmente spazzate via, compromettendo un raccolto cruciale per l’alimentazione animale e la filiera agroindustriale. Nel Pinerolese, la grandine, in alcuni casi precipitata con dimensioni eccezionali, paragonabili a quelle di una sfera da tennis, ha distrutto intere promesse di raccolto di piccoli frutti, come ciliegie, fragole e lamponi, in una fase delicata di sviluppo florale. La perdita non si limita alla distruzione fisica delle piante, ma include anche l’interruzione di cicli produttivi e la perdita di investimenti già sostenuti dagli agricoltori.Le segnalazioni che giungono dagli agricoltori piemontesi descrivono un quadro di disperazione e preoccupazione. Oltre ai danni diretti, si temono ripercussioni a lungo termine sulla fertilità del suolo e sulla stabilità economica delle aziende agricole, spesso a conduzione familiare. La necessità di un supporto immediato e mirato è percepita come imprescindibile per mitigare le conseguenze di questa emergenza.Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, ha sottolineato con forza l’urgenza di un ripensamento radicale delle politiche di sostegno all’agricoltura. La crisi climatica, con la sua crescente frequenza e intensità di eventi meteorologici estremi, richiede un intervento strutturale che vada oltre le misure di emergenza. Si rende necessario un adeguamento del quadro assicurativo, attualmente basato su modelli statistici legati a condizioni climatiche del passato, che non riflettono più la realtà attuale. L’assicurazione agricola deve evolversi per poter proteggere gli agricoltori dai rischi emergenti, attraverso strumenti innovativi come polizze parametriche legate a indici climatici e sistemi di gestione del rischio basati su dati satellitari e modelli previsionali avanzati. Inoltre, occorre investire in ricerca e sviluppo di varietà resistenti agli stress ambientali e in pratiche agricole sostenibili che favoriscano la resilienza degli ecosistemi agricoli. Il futuro dell’agricoltura piemontese e italiano dipende dalla capacità di adattamento e dall’implementazione di politiche proattive e lungimiranti.