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giovedì, 15 Maggio 2025
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La situazione carceraria italiana: violenze e aggressioni alle stelle, Stato in crisi di controllo

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Nel corso di una delle tante giornate infrasettimanali di maggio 2023, l’Organizzazione sindacale autonoma di categoria (Osapp) ha sollevato la gravità dell’aggressione subita da un agente della polizia penitenziaria all’interno del complesso carcerario Lorusso e Cutugno a Torino. La drammatica sequenza di eventi è stata descritta in modo dettagliato dall’Osapp, che ha richiamato l’attenzione sulla crescente ondata di violenze contro i propri membri.Il fatto si è verificato nella sesta sezione del Padiglione A, dove un detenuto straniero ha reagito aggressivamente alla richiesta di rientrare in cella, colpendo l’agente alle spalle con un pugno e scaraventandolo a terra. Nonostante il rapido intervento del personale carcerario, lo stesso agente è stato oggetto di ulteriori aggressioni con calci e pugni, culminando in una situazione di pericolosa instabilità.Secondo i documenti forniti dall’Osapp, tale episodio rappresenta il diciannovesimo caso di aggressione a un agente della polizia penitenziaria negli ultimi quattro mesi. Queste statistiche hanno indotto l’Osapp ad accusare lo Stato di aver abdicato al proprio ruolo di garante per la sicurezza e l’ordine all’interno delle strutture carcerarie.La segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, ha dichiarato con enfasi che siamo ormai giunti al punto di non ritorno. La struttura penitenziaria italiana sembra essere allo sfascio, e l’autorità risiede nelle mani dei detenuti stessi. In questo scenario, Beneduci richiede la dichiarazione dello stato di emergenza e chiede misure straordinarie da parte del Governo.Tale preoccupante situazione non costituisce un evento isolato, ma piuttosto l’epilogo di una serie di eventi che si sono succeduti nel tempo. L’Osapp riferisce inoltre che per anni i detenuti hanno circolato liberamente all’interno del complesso, inclusi soggetti classificati come “Alta sicurezza” e appartenenti a organizzazioni criminali.Per fare luce su questo stato di cose, Beneduci fa riferimento a un recente evento: due giorni prima dell’aggressione, un detenuto camorrista era stato sorpreso mentre nascondeva uno smartphone tra i suoi indumenti intimi. Tali fatti hanno evidenziato la completa mancanza di controllo della struttura carceraria e l’inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate.Il Governo è stato invitato a intervento immediato per porre rimedio al grave problema che sta minando le fondamenta dell’ordine pubblico.

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