22 gennaio 2025 – 17:45
Il processo nei confronti dei quattro militanti di CasaPound, accusati di aver aggredito il giornalista Andrea Joly davanti all’Asso di bastoni di via Cellini la notte tra il 20 e il 21 luglio, è iniziato. Joly stava documentando un raduno del gruppo di estrema destra con foto e video sul suo cellulare quando è stato circondato, spintonato, rincorso e picchiato. La giudice Luisa Ferracane ha accolto le richieste di costituzione di parte civile del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione Nazionale della Stampa, del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e dell’Associazione Stampa Subalpina. Gli enti sono assistiti dagli avvocati Flavio Campagna e Giulio Vasaturo. Anche lo stesso Joly si è costituito parte civile con l’avvocato Luigi Chiappero. Il pm Paolo Scafi ha coordinato l’indagine della Digos e ha chiesto il processo immediato per i quattro imputati, difesi dall’avvocato Luigi Vatta.La richiesta di costituzione di parte civile dell’Ordine e del sindacato dei giornalisti è stata respinta dal pm poiché durante l’indagine emerse che Joly non era in via Cellini quella sera per lavoro ma vi era passato per caso. Tuttavia, il giornalista aveva deciso di riprendere la manifestazione pubblica rumorosa con fumogeni accesi e cori fascisti per documentarla in vista di un possibile articolo. La decisione della giudice di accogliere le richieste delle parti dimostra che esse sono legittimate a partecipare al processo.Silvia Garbarino, segretaria della Subalpina, e Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, si sono detti soddisfatti dalla decisione della giudice poiché l’aggressione subita da Andrea mirava ad impedire la documentazione del raduno estremista limitando così il diritto alla cronaca. L’accaduto ha suscitato una forte indignazione tra numerose organizzazioni della società civile che hanno manifestato solidarietà al giornalista e alle organizzazioni giornalistiche coinvolte. Eventuali risarcimenti saranno destinati a sostenere i giornalisti precari o disoccupati.